San Benedetto dei Marsi. “Egregi signori, ci sembra opportuno intervenire nuovamente, nostro malgrado, con un comunicato stampa. L’attività della Biometano Energy è volta a conciliare una rispettabile attività imprenditoriale con la difesa dell’ambiente e, in ultima analisi, con gli interessi stessi di chi vive e lavora nel territorio coinvolto e quindi anche degli abitanti del Fucino”, questo l’incipit del comunicato diramato in questi minuti da Biometano Energy nel quale la società con sede legale a San Benedetto dei Marsi replica a vari episodi che l’hanno vista tirata in ballo in seguito all’approvazione da parte del medesimo comune marsicano del proprio progetto di realizzazione di un impianto.
“Come peraltro è già accaduto in molte parti d’Italia – si legge nella nota – iniziative connesse con la realizzazione di impianti a biogas si prestano a strumentalizzazioni politiche che ben poco hanno a che vedere con gli interessi e la qualità di vita della popolazione. Siamo fortemente impegnati ad attivare un progetto virtuoso che ha come obiettivo non soltanto il profitto, ma anche il miglioramento della qualità dell’aria (non siamo noi a dirlo, è stata l’Agenzia Regionale Abruzzese per la tutela della qualità dell’Aria in conferenza dei servizi) e la collaborazione con le imprese agricole e agroalimentari del Fucino, da cui ritireremo i loro scarti di lavorazione ed a cui restituiremo un ottimo fertilizzante apprezzato in agricoltura biologica in sostituzione di concimi chimici (di nuovo, non siamo noi a dirlo. E’ stato il rappresentante del Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale)”.
“Ma una lunga serie di dichiarazioni, conferenze stampa, articoli, ecc. con indimostrabili illazioni, velate accuse, ma anche aperte calunnie ci costringono ad intervenire nuovamente, se non altro per non essere tacciati oltre al resto di insensibilità. Abbiamo appreso dalla stampa – affermano i firmatari del comunicato – che la famiglia dell’assessore di San Benedetto dei Marsi ha ricevuto minacce di morte e lui ritiene, in mancanza di altre motivazioni possibili, che possano essere collegate, in qualche modo, alle polemiche sorte dopo l’approvazione del nostro progetto”.
“Abbiamo già espresso direttamente alla sua famiglia la nostra solidarietà e la nostra ferma condanna dell’episodio, che giudichiamo criminale e di cui auspichiamo che i Carabinieri possano scoprire i colpevoli. Nel contempo provvederemo oggi stesso a presentare un esposto all’autorità giudiziaria per segnalare le allusioni contenute in interviste e dichiarazioni pubbliche che ipotizzano: 1) un nostro coinvolgimento nell’episodio delle minacce 2) presunti favoritismi da parte delle autorità regionali 3) oscure e pericolose collusioni internazionali 4) trame e sotterfugi nell’acquisizione dei terreni destinati ad ospitare l’impianto,…. e molto altro ancora”.
“Per questo motivo, pur rispettando il diritto di ognuno ad esprimere critiche e preoccupazioni, crediamo sia opportuno ribadire alcuni concetti fondamentali. In primis siamo certi e l’abbiamo dimostrato in conferenza dei servizi davanti a 17 autorità pubbliche chiamate a valutare il nostro impianto, di avere un progetto che non sarà causa di alcun disturbo per la popolazione. Al contrario siamo convinti ci saranno molte ricadute benefiche. Non ci potrà essere inquinamento atmosferico né emissioni di odori molesti (l’intero impianto è “sigillato” nelle sue attività anaerobiche di lavorazione ed il materiale in ingresso verrà utilizzato entro max 72 ore). Saremo sottoposti (di buon grado) ad un’attività periodica e perpetua di monitoraggio olfattivo, come sarà previsto dal titolo autorizzativo. Non ci saranno odori molesti nemmeno durante la distribuzione del fertilizzante (è completamente mineralizzato e quindi inodore), oltre al fatto di utilizzare idonee attrezzature che consentono il suo interramento immediato durante le fasi di concimazione. Non ci saranno inquinamenti idrici o sversamenti di alcun tipo. Saremo sottoposti (sempre di buon grado) ad un’attività periodica e perpetua di monitoraggio piezometrico delle falde, come sarà previsto dal titolo autorizzativo. Porteremo benefici a gran parte del comparto agricolo ed agro-industriale del Fucino, dove oggi già vengono prodotti e gestiti (talvolta, per necessità, in maniera impropria) grandi quantità di sottoprodotti. Intercetteremo una parte di questi materiali e provvederemo a trasformarli in biometano per sostituire combustibili fossili ed inquinamento da idrocarburi. Nel contempo aiuteremo le aziende fucensi a gestire in maniera decisamente più ecosostenibile gli scarti di lavorazione ed evitare nel contempo multe che già ricevono per una gestione “non appropriata” di questi scarti. Questo è l’unico motivo per cui abbiamo scelto quella collocazione: essere vicini sia alla produzione degli scarti che ai terreni su cui distribuire il fertilizzante”.
“Realizzeremo un investimento di una certa rilevanza sul territorio (almeno 10 milioni di euro) – evidenzia la compagine sociale che opera nel settore energetico – creando tra diretti ed indiretti una ventina di posti di lavoro permanenti (oltre a quelli in fase di costruzione). Nel contempo ci faremo carico di costi di concimazione per circa 200 €/ettaro all’anno (a beneficio degli agricoltori che ci hanno già messo a disposizione i loro terreni) e ci faremo carico dei problemi di “gestione dei residui di lavorazione” delle aziende confezionatrici e selezionatrici (vedi punto precedente). Biometano Energy è una società costituita da persone rispettabili, con ampie e controllabili referenze. La maggioranza di loro è pure socia del referenziatissimo Consorzio Italiano Biogas, (titolare del marchio “biogasfattobene”®) ed abbiamo la volontà di applicare anche nel Fucino gli stessi principi”.
“Non abbiamo la presunzione di affermare che il nostro progetto sia “perfetto”, ma siamo fortemente sorpresi e delusi dal fatto che molti nostri “oppositori” (Sindaci, comitati, alcune testate giornalistiche allineate) continuino a formulare in pubblico domande ed illazioni (es: dove prenderanno il materiale? dove spanderanno il digestato? chi sono i soci dell’iniziativa? è un’iniziativa sostenibile?) salvo poi impedirci di rispondere pubblicamente a quelle stesse domande (di cui in realtà hanno già le risposte: è tutto scritto nelle relazioni del progetto e nei verbali delle conferenze). Il neo-costituito comitato ci ha accusato di non aver voluto presentare il progetto alla popolazione “prima” di presentare domanda, senza sapere che è proprio la proposta che avevamo fatto al Sindaco di Collarmele più di un anno fa. A quel tempo la nostra richiesta era stata giudicata “non opportuna” (perché pochi mesi prima era già stata svolta una conferenza su un argomento non dissimile). Abbiamo reiterato la stessa proposta ad ogni riunione della conferenza ed anche pochi giorni fa, senza successo (salvo poi rinfacciarci che non abbiamo voluto comunicare)”.
“La sensazione che abbiamo – chiosano – è che non siano realmente interessati alle nostre risposte. Non vogliono sentirle forse perché attraverso quelle risposte perderebbe forza la loro volontà di montare una polemica che a noi sembra tutta politica…Tutti gli organi di stampa sono liberi di prendere contatto con noi e ci impegniamo a rispondere a qualsiasi domanda. Rinnoviamo l’invito ad amministrazioni pubbliche e comitati di cittadini di invitarci alle loro riunioni e/o a porre direttamente a noi eventuali ulteriori domande. Non starebbe a noi convocare la popolazione e sollevare iniziative popolari a supporto, ma saremmo felici di poterci confrontare con i cittadini, i comitati e gli amministratori in qualsiasi sede ci venga proposta. Nostro dovere è elaborare soluzioni, dare risposte e possibilmente produrre e lavorare”.