Avezzano. “La quiete prima della tempesta”: potremmo usare questa metafora – volutamente forte e ridondante – per definire l’attuale scenario politico avezzanese il cui occhio è posato sul gradino più alto dell’assetto amministrativo cittadino, ossia la carica di sindaco. Ciò che appare da subito evidente è la posizione dominante del civismo, ormai aspirazione della maggior parte dei candidati. Questo, ovviamente, è tutto sulla carta.
Sempre più dilagante e, quindi, condizionante, il civismo rischia di essere croce e delizia delle prossime comunali. Vero e proprio ago della bilancia, ha rappresentato, negli ultimi anni e nelle numerose elezioni che si sono succedute – di vario genere e natura – una splendida conditio sine qua non per sfangarla da risultati incerti al fine di portare a casa una vittoria altrimenti impronosticabile o, comunque, difficile da raggiungere in piena serenità.
Siamo pronti a scommettere che dove poserà il peso delle liste civiche uscirà fuori il successore di Gabriele De Angelis. E, con altrettanta sicurezza, staremo qui a sentire i soliti discorsi come: “Ma civismo e politica, possono convivere? Oppure è solo un escamotage?”. Come si dice sempre in casi come questi, ai posteri l’ardua sentenza. Anche se la risposta è fin troppo evidente.