Avezzano. E’ veramente un brutto pasticcio. La vicenda che ruota attorno al progetto da 2,5 milioni sul museo del cibo trasferito a Carsoli dal Patto territoriale dopo contrasti con l’amministrazione di Avezzano comincia ad avere i primi riflessi sugli equilibri politici all’interno del consiglio. La seduta di ieri lo dimostra. I presenti hanno approvato all’unanimità una proposta sperando in una improbabile proroga da parte del ministero, a cui però è stato già consegnato il progetto entro i termini del 30 novembre. Ma il dibattito nel pre-consiglio, se pure concluso con una maggioranza a favore del documento, ha visto delle defezioni, sia da parte della maggioranza, sia dall’opposizione, sia con assenze, giustificate ma pur sempre assenze.
Il presidente del Patto territoriale, Loreto Ruscio, prima del consiglio aveva rotto il silenzio raccontando di aver cercato con tutte le forze di realizzare il progetto al Crab, senza però ottenere l’assenso dell’amministrazione guidata dal sindaco Gianni Di Pangrazio. “Il vicesindaco Ferdinando Boccia ha assunto un atteggiamento apertamente e immotivatamente ostile”, ha raccontato Ruscio, “rifiutandosi di voler discutere del progetto Cibus presso il Crab e arrivando fino a insultarmi e minacciarmi, mandando addirittura i vigili per bloccare tutto”. A quel punto, la decisione in extremis di spostare il progetto a Carsoli per evitare di perdere i 2 milioni e mezzo di euro e rimandarli all’Unione europea.
Ora il Comune tenta il tutto per tutto pensando a una proroga dal Ministero per riallacciare i rapporti con il Patto territoriale, annullare il progetto di Carsoli (che si è visto all’improvviso e a pochi giorni dalla scadenza piovere i fondi addosso), rimettere la palla al centro e riportarlo ad Avezzano. Veramente un’impresa ardua, se non eroica.
Il documento in Comune è stato approvato all’unanimità ma durante il pre-consiglio non sono mancati i contrasti.
Il consigliere di opposizione Claudio Tonelli non si è detto d’accordo con la linea indicata dal documento e ha chiesto di conoscere le responsabilità in Comune del mancato accordo per l’attuazione del progetto ad Avezzano. Poi è andato via senza partecipare al consiglio. Ma anche dalla maggioranza c’è stata una presa di posizione di contrasto, quella del consigliere Crescenzo Presutti, che ha condannato quanto accaduto denunciando il fatto che i consiglieri sono sempre stati tenuti all’oscuro di tutto da chi ha creato l’attuale situazione di rottura.
Il consigliere di opposizione, Mariano Santomaggio, spiega di aver cercato di “smussare gli spigoli del documento, cercando di trovare una soluzione al pasticcio che si è venuto a creare e sperando in una ulteriore proroga che dia tempo di trovare un accordo con il Patto territoriale e riportare il progetto ad Avezzano”.
Il vicesindaco Ferdinando Boccia, da parte sua, rimanda le responsabilità di quanto accaduto al Patto territoriale sostenendo che il progetto è “notevolmente difforme sia dall’indirizzo politico deliberato il 18 dicembre 2013, sia dall’elaborato prodotto in sede di concertazione”. Per questo il Consiglio comunale di Avezzano “ha dato un ampio mandato alla Giunta comunale affinché si attivi d’intesa con la Regione a mettere in campo ogni possibile iniziativa finalizzata a realizzare in tempi brevissimi una rimodulazione dell’attuale Progetto.
Il presidente del consiglio comunale, Domenico Di Berardino, ha aggiunto che “i consiglieri comunali di Avezzano chiedono alla Regione Abruzzo di intervenire e di riportare alle origini le decisioni prese dall’assemblea del Patto il 18 dicembre 2013, in cui il progetto era stato concertato e approvato”.