Tagliacozzo. “Che bella festa è la Benedizione Laurì, se porta jo stennardo ‘mpretissione Laurì…”. Queste parole del poeta Luigi Venturini sono sempre attuali e la festa del Volto Santo con la benedizione solenne in piazza Obelisco è sempre bella, sempre uguale e pur diversa. Si è rinnovata anche quest’anno, la domenica in Albis, la suggestiva manifestazione religiosa del “Volto Santo” alla presenza, nella centralissima Piazza Obelisco, di circa quattromila persone, molte di più rispetto allo scorso anno. Un evento che sembra quindi richiamare sempre più persone e che sembra avvicinare anche le nuove generazioni. Il quadro raffigurante l’immagine del Cristo Sofferente impressa sul velo della Veronica, la pia donna che sulla strada del Calvario volle detergere il volto del salvatore dal sangue e dal sudore della passione, è stato portato in processione dai sacerdoti sotto il baldacchino chiaro a significare il rispetto e l’onore che la città tributa a questa Icona, elevata al rango di sacra reliquia. Oggi purtroppo molto si è perso di questa bella festa e delle sue antiche peculiarità che la rendevano solenne e suggestiva, forse a causa di una diffusa scarsa sensibilità verso la memoria storica e più in generale verso la cultura locale ma resta comunque un’occasione religiosa molto sentita e partecipata da tutti i tagliacozzani. Il rituale della festa del Volto Santo è iniziato nel pomeriggio di sabato, quando le monache benedettine del monastero dei Santi Cosma e Damiano hanno consegnato al primo cittadino Maurizio Di Marco Testa la sacra immagine raffigurante il volto di Gesù che sembra essere una rarissima copia di quella conservata nella basilica di San Pietro. Sul retro del quadro infatti si legge: “Questa Sacrosanta Immagine l’ha toccata il Sacratissimo Volto Santo di Nostro Signore Gesù Cristo che si conserva nella Basilica Vaticana, in Roma, ed è la sua vera effige”. Al mattino di domenica, come da tradizione, si è svolta la solenne cerimonia eucaristica nella Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, seguita dalla processione. Molto sentita, nonostante tanti distratti che durante l’omelia erano in tutt’altre faccende affaccendati, l’intervento del sacerdote ospite è stato molto sentito e apprezzato. Prima della benedizione, impartita da una terrazza degli antichi palazzi, monsignor Gino Cilli, rettore del seminario diocesano regionale, ha parlato della “nostra ricerca del volto del Signore”. “Il volto di Gesù, volto dolente e volto del Risorto, ci rivela la bellezza e la vicinanza di Dio”. Poi l’invito ad “avere un cuore verso i miseri, avere occhi aperti, non rimanere indifferenti facendo parte della globalizzazione dell’indifferenza. Ha poi parlato del “volto della misericordia, un volto che cerchiamo, e in cui cerchiamo la presenza di Dio, un volto che possa aiutarci a scoprire sempre di più la misericordia del Signore che guarisce le ferite che ci portiamo dietro”. Poi è arrivato il momento più atteso: tutti i bambini hanno portato con loro i cavallucci e le “palommelle”, dolci realizzati con antica e segretissima ricetta proprio dalle monache benedettine. Li hanno alzati al cielo, nel momento della benedizione, impartita da una terrazza degli antichi palazzi, e in quell’istante la bellissima fontana dell’obelisco ha zampillato in alto l’acqua e i suoni festosi della banda cittadina hanno reso magico e di buon auspicio un momento di preghiera e devozione che si ripete da centinaia di anni sempre con la stessa e forse maggiore sentita partecipazione.