Capistrello. La sovraesposizione mediatica dei mesi scorsi e la gogna mediatica che ha condannato, prima ancora di qualsiasi azione legale, il senatore Luigi Lusi – ex tesoriere della Margherita accusato di aver sottratto indebitamente 25milioni di euro dalle casse del suo partito – è stata seguita dall’oblio che ha fatto dimenticare lui, la sua famiglia e tutto quello che è accaduto. E così in un batter d’occhio ci si è scordati delle accuse del senatore originario di Capistrello al leader del partito, Francesco Rutelli, e agli altri colleghi, delle presunte calunnie, delle residenze e addirittura di quel tesoretto di oltre 180milioni di euro che la Margherita custodiva e che ora sembra essere sparito nel nulla. Ovviamente la storia di un senatore che da 40 giorni è dietro le sbarre non si sposa bene con le letture da spiaggia, meglio parlare dei colleghi che se la spassano tra isolotti esotici e barche a vela. L’ultima notizia apparsa sui media è quella riferita alle calunnie di Lusi contro Rutelli e Bianco. La magistratura romana ha fatto cadere, o forse non ha mai preso in considerazione, le accuse dell’ex tesoriere della Margherita nei confronti dei suoi colleghi e per questo ha ritenuto Lusi un bugiardo da punire ulteriormente. Tutto questo viene riportato solo da qualche giornale che, tra una notizia sullo Spread e una di cronaca nera, riesce ancora a trovare una colonnina per parlare della vicenda Lusi. Ma del resto chi parla? Chi ha il coraggio di scrivere che il senatore di Capistrello è rinchiuso in una cella di Rebibbia da 40 giorni e pochi parlamentari hanno trovato il tempo di andarlo a trovare? Chi ha la forza di dire che Lusi è un capro espiatore e lui sta pagando per le marachelle di tutti? Chi si ricorda ancora della moglie Gianna ai domiciliari per mesi per pericolo di fuga anche se aveva consegnato i passaporti e non avrebbe potuto abbandonare l’Italia? Nessuno. E nessuno tra qualche mese si ricorderà più di questa vicenda quando magari sarà ridotta semplicemente a una bolla di sapone, quando Lusi pagherà il suo conto con la giustizia e lascerà, come già annunciato, la politica italiana, i media saranno concentrati su altro. Saranno concentrati su altra carne da macello da tritare e poi gettare nella pattumiera perchè “ha stancato e non fa vendere più”. Dalla copertina alla terza pagina e poi via via fino al piede di una delle ultime pagine di cronaca. Tutto questo per dire che la vita delle persone a volte vale più di una copia di giornale o di un click su un sito internet e che spesso raccontare vuol dire anche scavare a fondo nelle vicende, immedesimarsi nelle persone coinvolte e, soprattutto, avere l’onestà intellettuale di riferire a chi leggerà la nuda e cruda verità e non quella più bella o quella più brutta a seconda delle esigenze giornalistiche.