Avezzano. In molti si sono fatti questa domanda, ma calcolare la cifra esatta non è affatto semplice. Anzitutto perché sono passati ben duemila anni, ma anche perché non è agevole calcolare il costo degli schiavi e dei liberti che vennero impiegati durante i lavori eseguito sotto Claudio.
Fortunatamente ci viene in aiuto lo studioso Dureau de la Malle e il suo libro “Dell’economia politica dei Romani”, che insieme ai dati forniti dal Columella ci permette di fare un calcolo rapido e abbastanza veritiero sui costi dell’opera e rapportarli al giorno d’oggi. Le cronache ci raccontano che Claudio, dal 41 d.C. al 52 d.C., utilizzò la forza lavoro di 30.000 uomini, di cui 22.500 schiavi e 7.500 uomini liberi, tra carpentieri, muratori, fabbri, meccanici, sorveglianti ecc. Nel 1893, anno di stesura del libro sopracitato, venne calcolato che il costo del lavoro di uno schiavo era di circa 600 lire annue, mentre quello di un liberto era il doppio, ovvero 1200 lire all’anno. La spesa annua per gli schiavi era quindi di 13.500.000 lire mentre quella degli uomini liberi ammontava a 9.000.000 di lire. Il totale di queste due somme, moltiplicate per 11, ovvero gli anni che servirono a portare a termine l’impresa, è di lire 247.500.000.
Ai costi di manodopera, vanno poi aggiunti quelli dei materiali da costruzione muraria, del legname, del ferro, del rame, dei canapi e dei macchinari. Infine è necessario aggiungere anche i costi della naumachia, per la quale, sempre secondo le cronache dell’epoca, fu appositamente costruita una flotta composta di 50 galee a 3 e 4 ordini di remi.
Aggiungiamo infine la spesa per il trasporto della numerosa e splendida corte di Claudio si arriva al calcolo finale di ciò che costò il prosciugamento del Lago Fucino alle casse dell’impero: 280 milioni di lire. Questo importo però è stato calcolato al 1893, ovvero l’anno di pubblicazione del libro sopracitato. Come ultima cosa, quindi, dobbiamo rivalutare questa cifra, e per farlo possiamo usare le tabelle ufficiali fornite dall’Istat che ci aiutano a rivalutare il costo del denaro dal 1893 al 2015. In conclusione i 280 milioni di lire del 1893 corrispondono a circa 1 miliardo e 230 milioni di euro del 2015.
Qualcuno potrebbe obiettare che l’impero romano all’epoca non pagava gli schiavi, ma questo non può e non deve distogliere l’attenzione dal costo complessivo dell’opera. Quello che abbiamo appena fatto, infatti, è un calcolo dei costi uomo/lavoro, pertanto se Claudio anziché destinare quegli uomini alla più grande opera idraulica dell’antichità avesse deciso di impiegarli in maniera diversa, il loro lavoro avrebbe comunque fruttato alle casse dell’impero una cifra esorbitante.
Si ringrazia l’economista Marco Boleo per la consulenza sulla rivalutazione economica dell’opera.