Avezzano. Diciottesimo appuntamento con Psicotime, la rubrica in collaborazione con la psicologa Giulia D’Ascanio. Sappiamo bene che non è sempre possibile essere felici come vorremmo; ci sono situazioni in cui è inevitabile sentirci tristi. Tuttavia, a volte siamo infelici perché consapevolmente o meno, siamo noi a deciderlo.
Le abitudini, i limiti, le nostre paure, eventi esterni e molti altri fattori, possono rappresentare un ostacolo al nostro benessere. Eppure, nonostante questo, la vita ci dà sempre un motivo per provare felicità e tutte quelle emozioni che concorrono a dare un senso alla nostra quotidianità.
Tutto quello che bisogna fare è rinunciare ad alcune abitudini e azioni che ci limitano nel raggiungimento del benessere. La scelta se assecondare o meno queste condotte, dipende solo da noi! Vediamole insieme:
- Dare importanza a ciò che dice la gente: essendo per natura esseri sociali, non è sempre facile non preoccuparsi di dare una buona impressione a chi ci sta intorno. Se però questa preoccupazione diventa il motore che alimenta le nostre azioni, c’è il rischio di rinunciare ai nostri reali desideri per compiacere gli altri; in tal modo finiamo per dimenticarci di noi e di quello che ci rende davvero felici. Inoltre, concentrarsi su quello che le persone potrebbero dire di noi, risulta essere un grande spreco di energia. Proviamo a pensare che quello che gli altri dicono sul nostro conto, non dipenda da noi. (Siamo responsabili delle nostre azioni e dei nostri pensieri, ma non di quelli di terzi!)
- Voler avere ragione a tutti i costi: piace a tutti sentirsi dalla parte della ragione; tuttavia, non è sempre così. Capita a tutti di sbagliare e questo non fa di noi persone cattive; bisogna accettare il fallimento e pensare che dietro l’errore c’è sempre un’occasione di miglioramento personale. Quelli che vogliono a tutti i costi avere ragione, in genere possono causare rotture di rapporti, essere molto stressati e danneggiare chi li circonda, anche se non è quello che vogliono.
- Preoccuparsi troppo: un po’ di sana preoccupazione è fisiologica e naturale, alle volte anche positiva. Quando però diventa paralizzante, allora dobbiamo fermarci a riflettere: vale la pena impiegare tutte le mie energie a preoccuparmi? Ricordiamoci che la preoccupazione, soprattutto quando diventa invalidante e fonte di stress/depressione, non è mai la soluzione a un problema. Conviene investire il nostro tempo per trovare strategie che siano utili a risolvere il problema che in quel momento ci attanaglia.
- Diventare troppo insicuri di se stessi: in questo mondo non c’è nessuno che pensa esattamente come noi e che abbia le nostre stesse qualità; dobbiamo credere nelle nostre potenzialità e cercare di non tirarci indietro di fronte alle sfide che la vita ci propone. Tutto fa esperienza e può insegnarci qualcosa. Se qualcuno ci fa delle critiche costruttive, accogliamole e facciamone tesoro; al contrario se qualcuno ci offende gratuitamente, ignoriamolo perché non può donarci nulla di positivo.
- Avere la necessità di controllare ogni cosa: è importante essere consapevoli che possiamo controllare solo i nostri pensieri e le nostre azioni, ma non quelli degli altri; ostinarsi a voler controllare gli eventi che non dipendono da noi è nocivo per la nostra felicità. Impariamo ad essere responsabili e a occuparci della nostra vita, piuttosto che a voler far andare tutto come pensiamo che debba andare. Liberiamoci da tutto quello che ci porta ad avere la necessità di controllo: sicuramente ci sentiremo meglio.
- Essere prigioniero del passato: ognuno di noi ha avuto esperienze negative nel corso della propria vita; restare ancorati alla paura che possano capitare nuovamente non ci permette di vivere in maniera spensierata il presente, portandoci ad essere gli artefici dell’evitamento di molte occasioni di felicità e benessere.
- Correre dietro al denaro: pensando che i soldi siamo l’unica cosa che può renderci felici, rischiamo di affannarci troppo per ritrovarci in mano nulla che abbia un vero valore. E’ vero, la stabilità economica è molto rassicurante, ma quando diventa l’unico obiettivo di vita c’è la probabilità che ci si inaridisca come persone, essendo disposte anche ad accettare ogni genere di compromesso immorale o screditante.
- Lamentarsi piuttosto che cercare una soluzione: passare il tempo a lamentarsi non porta a un cambiamento. Cerchiamo piuttosto di agire per cambiare tutto quello che non ci piace nella nostra vita.
- Lasciarsi trascinare dalla rabbia e dall’orgoglio: queste due emozioni, se alimentate, sono la causa di totali chiusure relazionali ed emotive. Sotto di esse c’è sicuramente una paura, una delusione, una difesa da qualcosa che non vogliamo affrontare. Fermiamoci a riflettere e risolviamo ciò che le genera; solo così saremo in grado di disfarci di loro e sentirci più sollevati con noi stessi e con gli altri.
Ricorda sempre a te stesso: “io valgo e merito, anzi scelgo, di essere felice!”.
Giulia D’Ascanio, psicologa clinica.