Avezzano. Cinquantottesimo appuntamento con Psicotime, la rubrica in collaborazione con la psicologa Giulia D’Ascanio. Essere amici di letto è una scelta sempre più comune nella società odierna; questo tipo di relazione comporta l’instaurarsi di un legame privo di vincoli, con l’unico obiettivo di condividere momenti di intimità senza impegno.
Chi sceglie di vivere questo tipo di dinamica parte dall’assunto che, praticando sesso non si smette di essere amici o che, l’essere amici non impedisce di poter avere rapporti sessuali.
Gli accordi tra gli “amici di letto” hanno delle regole implicite che ambedue devono rispettare se vogliono che la cosa funzioni. Tra di loro il patto di base è quello di non innamorarsi. Nessuno dei due vuole avere impegni vincolanti, pertanto il sesso svolge la sua funzione primordiale: quella di soddisfare un desiderio puramente fisico. Un’altra norma da rispettare, e da cui dipende il successo della regola del “non-innamoramento”, è quella di non intervenire in nessun modo nella vita dell’altro.
La regola d’oro degli “amici di letto” è il no categorico all’esclusività. Ognuno dei due “amici di letto” può intrattenere altre relazioni con altri individui. In nessun caso deve esistere la gelosia e non va mai messa in discussione la decisione di uno dei due di troncare il legame sessuale.
Quali sono i presunti benefici?
- La libertà nel vivere l’esperienza: niente vincoli, niente impegni e nessuna reciprocità. Di conseguenza, a trarne giovamento sono coloro i quali, bloccati da ferite amorose, sono restii ad investire nuovamente i propri sentimenti;
- Sensibilizzare il proprio corpo a certi stimoli fisici: molte persone hanno inibito o negato a se stesse la propria sessualità a causa della propria storia personale. La vita li ha portati a negare queste sensazioni per evitare di sentire e di entrare in contatto con emozioni dolorose; un’amicizia di letto può diventare, proprio per non avere implicazioni affettive, un modo per continuare ad essere disancorati da alcune sofferenze profonde;
- Nutrire il proprio bisogno di accettazione e non fare i conti con la propria solitudine: in questo scenario, chi sceglie di intraprendere questo tipo di legame, lo fa per soddisfare il proprio bisogno di sentirsi desiderato o per non vivere pienamente quella sofferenza chiamata solitudine, dandoci gratificazioni immediate, senza implicazioni.
Ma è davvero possibile che queste relazioni non abbiano implicazioni emotive?
È impossibile che un essere umano faccia del sesso con un’altra persona senza collegare tale esperienza a ciò che è, ciò che è stato e ciò che sarà. Non è nemmeno concepibile che il partner di letto sia solo la rappresentazione di un pezzo di carne, di cui disfarsi dopo l’atto.
L’altro lascia sempre qualcosa. Un’eco che risuona, a volte timidamente, e che parla di auto-affermazione o di auto-negazione, di aspettative e di fantasie, di necessità emotive e di carenze. L’amicizia di letto sembra soprattutto essere una rappresentazione estrema della paura o della disperazione, oppure di entrambe. Per quanto riguarda la paura, si parla della paura di amare e delle innumerevoli possibilità di sofferenza che l’amore contempla; nel parlare di disperazione, ci si riferisce a quella che risiede nell’aver rinunciato ad aspettarsi altro dalla vita, se non esperienze fugaci e accessorie. Coloro che scelgono le relazioni di questo tipo si trovano sotto l’influsso di un desiderio impossibile: quello di toccare il fuoco senza scottarsi.
Per questo motivo, le amicizie di letto tendono a finire male, soprattutto se i soggetti coinvolti non sono veri cinici, bensì individui spaventati che stanno solo giocando a non aver bisogno di niente e di nessuno. In linea generale, non funzionano. Uno dei due ne esce ferito o entrambi finiscono per alimentare le loro insicurezze e per esigere a se stessi sforzi nevrotici che non fanno altro che generare o aumentare la confusione.
In conclusione, è la scelta giusta per me?
Vale la pena di fare alcune riflessioni per se stessi:
- Quali sono davvero i miei bisogni? Cosa sto cercando? Quali sono i miei obiettivi?
- Sto scegliendo per paura? È da tenere a mente che potremmo immetterci su questa strada per svariati timori: paura di un coinvolgimento, disagio nell’intimità, paura di lasciarsi andare e tenersi quindi sotto controllo.
- Sto scegliendo per bisogni inconsci?: bisogno di crearsi una vita parallela alla propria insoddisfacente, necessità di vivere più legami contemporaneamente per non sentirsi soli, bisogno narcisistico di sentirsi desiderati.
Se vogliamo davvero stare bene, ricordiamo che ognuno ha bisogno di essere amato e di riconoscersi nell’altro in un rapporto di vero amore… se ci troviamo a vivere un’amicizia di letto, è bene indagare sulle nostre paure più profonde, riconoscerle e non negarle, per poter finalmente non aver paura di implicazioni emotive: le uniche, che nel bene e nel male, ci salvano e ci mettono in contatto con il nostro vero Io.
Giulia D’Ascanio, psicologa clinica