Avezzano. Cinquantacinquesimo appuntamento con Psicotime, la rubrica in collaborazione con la psicologa Giulia D’Ascanio. A volte capita che quando ci poniamo dei quesiti, non riusciamo a trovare delle risposte soddisfacenti; è molto probabile che questo accada perché in realtà non sappiamo farci le giuste domande. Le grandi domande portano a grandi risposte. Ma c’è una bella differenza tra le “grandi domande” e le “domande imprecise”. Queste ultime diventano davvero difficili da rispondere, perché prendono in considerazione troppe variabili allo stesso tempo e non presentano limiti che ci permettano di focalizzarci sui punti importanti. Di seguito troverete alcune domande che possono aiutarci a riflettere sulla propria vita in modo concreto:
- Cosa cambiereste nella propria vita se vi dicessero che scomparirete tra 10 anni? Questa è un’ottima domanda. In generale, tendiamo a vivere come se fossimo eterni. Quando ci ricordiamo che tutto prima o poi finirà, emergono con maggiore chiarezza le cose che sono davvero importanti per noi. Per questo motivo, se avrete il coraggio di rispondere a questa domanda con estrema sincerità, potrete stilare un nuovo elenco di priorità che vi renderà più felici.
- Che consiglio dareste a un neonato? Pensate bene a questa domanda prima di rispondere, perché nella vostra risposta saranno concentrate molte delle cose che avete imparato da quando il vostro cuore ha preso a battere. Sarà come tirare le somme delle vostre esperienze e di ciò che avete imparato grazie ad esse. La cosa interessante è che dopo aver tracciato uno schema del vostro personale bagaglio di saggezza, dovrete riuscire a formulare un consiglio coerente per quel neonato immaginario. E a quel punto chiedetevi: quel consiglio voi lo state già mettendo in pratica o dovreste iniziare a farlo?
- Se non dipendesse dal calendario, quale età dareste in questo momento alla vostra vita? L’età è un concetto molto relativo, anche se ogni volta che diciamo quanti anni abbiamo la società tende ad appiccicarci un’etichetta addosso. In senso stretto, dal momento in cui nasciamo, dentro di noi c’è un bambino, un adolescente, un adulto e un anziano. Tuttavia, la cosa più comune è che sia solo una di queste quattro età ad avere il primato in un determinato momento della nostra esistenza. Per questo motivo, la domanda dovrebbe essere: Quanti anni avete in realtà? E come vi fa sentire avere quell’età?
- Qual è l’errore più grande che avete commesso nella vostra vita? E come lo avete risolto? La posizione che assumiamo di fronte ad un errore è uno degli elementi che rivelano più dettagli sulla persona che siamo e sul senso che diamo alla nostra esistenza. Tanto l’errore come la soluzione adottata ci forniscono elementi importanti per capirci meglio. Per quanto riguarda l’errore, capire qual è stato quello peggiore nell’arco della nostra vita senz’altro ci darà degli indizi sulle nostre principali debolezze. Pensare a come l’abbiamo risolto, invece, ci permetterà di visualizzare le dinamiche che utilizziamo di solito quando dobbiamo affrontare un problema, e se dobbiamo impegnarci a modificare le modalità di reazione di fronte ad esso.
- Cosa vi piacerebbe moltissimo fare, ma non lo fare per timore del giudizio altrui? Lo sguardo e l’opinione degli altri possono condizionarci moltissimo al momento di agire. A volte si tratta di un meccanismo sano e indica semplicemente che abbiamo raggiunto un livello di adattamento salutare rispetto all’ambiente in cui viviamo. Altre volte, però, dietro a questo condizionamento, si nasconde una grande paura del giudizio altrui. Non agiamo con l’obiettivo di rispettare ciò in cui crediamo sinceramente, ma siamo guidati dalla paura di quello che diranno le persone intorno a noi. La risposta a questa domanda vi avvicinerà ai vostri desideri e sentimenti repressi.
- Elencate cinque cose che avete fatto quest’anno e che ricorderete per sempre. Grazie a questa domanda, potrete valutare se vivete davvero le vostre giornate con l’obiettivo di raggiungere mete rilevanti oppure se vi siete persi nel mare della quotidianità e degli impegni doverosi. Le mete rilevanti non sono per forza quelle relative a grandi progetti, ma quelle che toccano aspetti essenziali della vostra vita. Se riuscirete a elencare cinque cose con relativa facilità, quasi di certo state vivendo in modo intenso. Se, al contrario, non riuscirete a individuare questi cinque fatti, forse è arrivato il momento di rivalutare il modo in cui vivete la vostra vita. Può darsi che vi siate dimenticati di pensare a voi stessi.
- Qual è il lavoro che vi renderebbe felici? E se non è quello che già fate, perché? Tutti dovrebbero avere come obiettivo nella vita fare il lavoro che amano. Il lavoro non è solo un pilastro della nostra sopravvivenza, ma anche della nostra salute mentale. Per questo motivo, dall’aspetto lavorativo dipende anche il nostro benessere. Forse è arrivato il momento di riflettere e chiedervi se amate davvero ciò che fate. State lavorando in un ambito che vi piace davvero? Siete sulla giusta strada per fare il lavoro che amate o, semplicemente, vi siete accontentati di un lavoro qualsiasi che non vi piace, e non avete mai pensato di fare qualcosa per cambiarlo?
Giulia D’Ascanio, psicologa clinica