Avezzano. Cinquantesimo appuntamento con Psicotime, la rubrica in collaborazione con la psicologa Giulia D’Ascanio. Capita non di rado di incontrare persone che fanno di tutto per non prendersi le proprie responsabilità sugli errori che commette. In questo articolo, però, non ci si soffermerà nell’indagare le cause che spingono qualcuno ad essere irresponsabile; verranno descritte invece, quali sono le strategie più utilizzate a scapito degli altri, al fine di evitare di accettare le conseguenze delle proprie azioni.
- Proiezione: la proiezione è un meccanismo di difesa attraverso il quale la persona attribuisce agli altri i propri sentimenti, desideri e motivazioni. La persona non riconosce le sue emozioni come proprie e le proietta su di noi, incolpandoci quando si sente frustrata, sopraffatta, arrabbiata o triste. Se quella persona si arrabbia, ad esempio, pur di non riconoscere la sua rabbia la attribuisce a noi ed è anche probabile che ci accusi di non essere ragionevoli, quando in realtà è vero il contrario. Per evadere le sue responsabilità emotive, riversa quegli stati affettivi su chi ha vicino.
- Intimidazione: in questo caso, la persona ricorre a insulti, umiliazioni e disprezzo per sottrarsi alla responsabilità. Questa intimidazione è solitamente verbale, attraverso gli insulti, ma può anche ricorrere allo scherzo con l’obiettivo di sminuire l’altro. Fondamentalmente, l’intimidazione è uno strumento di potere. Infatti, la persona sa che se riesce ad intimidirci, non gli chiederemo le sue responsabilità. Pertanto, cerca di conquistare una posizione superiore in cui ci sentiamo obbligati ad assumerci i suoi obblighi o lasciarla stare.
- Attacco: l’attacco come strategia per evitare le responsabilità non avviene sul piano fisico ma su quello psicologico. La persona è consapevole di aver commesso un errore, ma prima che gli chiedano la sua responsabilità, decide di attaccarci. Solitamente l’attacco inizia con qualcosa di insignificante, una situazione banale, ma la persona ne approfitta ed esagera al punto da distogliere l’attenzione da ciò che sta realmente accadendo. È come se alimentasse un piccolo fuoco per distogliere l’attenzione da un enorme incendio che si sta verificando altrove.
- Colpevolizzazione: una delle strategie più comuni delle persone che eludono le proprie responsabilità è incolparci di eventuali errori commessi. Per discolparsi, queste persone non esiteranno a manipolare e distorcere i fatti a loro piacimento. In questo caso, le persone vogliono che paghiamo per i loro danni. Non solo non riconoscono la loro responsabilità, ma intendono costringerci a farcene carico e probabilmente assumeranno anche il ruolo di vittime.
- Evitamento: evitare è una strategia a cui molte persone ricorrono per evitare le proprie responsabilità. In questo caso, la persona non combatterà né si arrabbierà, cercherà semplicemente di fuggire dalla situazione quando cercheremo di metterla di fronte ai suoi obblighi. A volte l’evitamento avviene sul piano fisico: la persona abbandona la famiglia o il lavoro, altre volte si nasconde dietro l’indifferenza e il silenzio. In questi casi, la persona è presente, ma evita di parlare del problema, di solito tacendo.
- Negazione: la negazione può diventare una delle tattiche più frustranti delle persone che sfuggono alle loro responsabilità. In questo caso, la persona negherà semplicemente tutto. Se si è compromessa, lo negherà. Se ha sbagliato, lo negherà. La sua strategia è destabilizzarci con caparbietà. La persona non è disposta a riconoscere la responsabilità anche di fronte alle prove. Esaurirà le nostre risorse, energie e tempo negando il suo ruolo nella storia, al punto che arriveremo a chiederci se sia realmente accaduto e se non abbiamo sbagliato noi.
- Sfinimento: questa tattica per evitare le responsabilità consiste nel prendere un piccolo dettaglio e discuterlo all’infinito. La persona non accetta discutere il problema o le conseguenze delle proprie azioni, ma distoglie la nostra attenzione portandola su un punto irrilevante. In questo modo, la conversazione esce dai binari ed entra in un circolo vizioso. Questo finirà per esaurirci, frustrarci e infastidirci, finché non gli diamo ragione o rinunciamo che si assuma le sue responsabilità.
Non possiamo obbligare nessuno ad assumersi le proprie responsabilità. Possiamo solo parlargli per cercare di fargli capire che tutti abbiamo degli obblighi e che una buona convivenza dipende dal fatto che ciascuno sia abbastanza maturo da assumersi le conseguenze delle proprie azioni, correggere i propri errori e farsi carico delle proprie responsabilità. Sfortunatamente, la persuasione non sempre dà i suoi frutti. Pertanto, a volte l’unica soluzione è conoscere le persone e ridurre le nostre aspettative. Se sappiamo che qualcuno evade sistematicamente i propri obblighi e le responsabilità, faremmo meglio a non contare su quella persona per questioni serie.
Giulia D’Ascanio, psicologa clinica