Avezzano. Quarantaduesimo appuntamento con Psicotime, la rubrica in collaborazione con la psicologa Giulia D’Ascanio. Tv, radio, giornali e blog si sono concentrati sulla pubblicazione di notizie sulla diffusione del Covid-19.
I programmi di intrattenimento propongono dibattiti sulle contromisure prese, i TG regionali e nazionali mettono in evidenza il clima di sconforto e le statistiche su morti e contagi, sui social network impazzano le fakenews…. ma quanto pesa tutto questo sulla nostra mente?
Diversi studi affermano che la sovraesposizione alle notizie sul coronavirus potrebbe essere associata all’insorgenza di un disturbo mentale, dimostrando come la forte esposizione mediatica costituisca un fattore di rischio per la salute mentale.
L’esplosione della pandemia ha causato cambiamenti nella vita di tutti noi: le misure disposte dalle autorità hanno fortemente limitato le interazioni sociali e la pandemia ha avuto un grave impatto economico sulle famiglie; le difficoltà finanziarie, l’isolamento sociale e la paura del contagio (sia per sé che per i propri cari), rappresentano già di per sé dei pesanti fattori di rischio.
Come se questo non bastasse, i media (televisione, web, giornali, radio…) aggiungono un ulteriore carico alla nostra psiche. Sia nella prima fase che oggi, è naturale che il pubblico senta il bisogno di informarsi sui rischi per la salute, sulla sicurezza pubblica e sulle nuove normative in vigore. In genere, un’informazione lineare e coerente riesce a offrire una migliore comprensione e consente una più rapida elaborazione della minaccia.
L’informazione, in sé, è un fattore protettivo: chi si informa sa come agire per ridurre i rischi sulla propria salute, riesce a rispettare le norme e adeguarsi ai nuovi scenari. Tuttavia, nell’attuale contesto, i ricercatori riferiscono che la copertura mediatica offerta è eccessiva e pervasiva a tal punto da aumentare la percezione di instabilità e incertezza e generare ansia e stress cronico.
I media possono esercitare un forte potere sulla nostra psiche, lo vediamo ogni giorno con la pubblicità: siamo sovraesposti a immagini di donne e uomini dal fisico perfetto, così molte persone finiscono per sentirsi brutte per qualche kg in più, senza parlare dell’ossessione per le imperfezioni corporee. Ciò che sta accadendo con la sovraesposizione mediatica alle informazioni sul COVID-19 non è molto diverso.
Cosa si rischia con la sovraesposizione mediatica alle notizie sul COVID-19?
Gli studi parlano di un’ampia costellazione di sintomi psicopatologici come:
- Ansia
- Panico
- Senso di solitudine
- Depressione
- Disturbi ossessivi
- Disturbi del sonno
Come proteggersi?
I media sono ovunque: televisioni, smartphone, giornali, social network, radio, smartwatch… dove c’è una tecnologia dotata, c’è informazione mediatica! Ma sta a noi modulare la frequenza di esposizione.
- Una strategia semplice ed efficace consiste nell’abbassare la frequenza di esposizione alle informazioni sul covid. Può essere utile aggiornarsi una singola volta al giorno;
- Ascoltare continuamente dibattiti sul tema Covid-19 non cambierà la situazione, piuttosto appesantirà solo la tua psiche. Mantieni la mente impegnata con attività ricreative e soddisfacenti (nel rispetto delle normative vigenti) e dedica alle informazioni sulla pandemia pochi minuti al giorno per comprendere le ultime novità;
- Prediligi fonti sicure e autorevoli;
- La sovraesposizione alle notizie sul covid può causare problemi di irritabilità e sonno disturbato. Le persone che hanno un passato di disturbi del sonno, dovrebbero evitare l’esposizione mediatica nelle ore serali;
- Per quanto riguarda i bambini, evita di lasciare tuo figlio da solo davanti la tv e quando spieghi qualcosa usa sempre un tono rassicurante (i bambini piccoli possono apprendere le notizie di cronaca direttamente da un adulto, senza la necessità di esporsi alle notizie mediatiche).
Giulia D’Ascanio, psicologa clinica