Avezzano. Ventitreesimo appuntamento con Psicotime, la rubrica in collaborazione con la psicologa Giulia D’Ascanio.
Senza addentrarci in troppi particolari, arriviamo subito al punto: le regole fanno parte del percorso educativo di ogni bambino e rappresentano uno strumento necessario per garantire loro una crescita sana, serena ed equilibrata; sono indispensabili, perché forniscono rassicurazione e contenimento, ovvero permettono ai propri figli di avere dei riferimenti precisi.
Il bambino senza regole è un bambino confuso, che viene sollecitato dal caos ambientale senza saperlo gestire, che non riuscirà a percepire i genitori come punti di riferimento, che si chiuderà al dialogo e che sarà facilmente influenzabile dalle sollecitazioni derivanti dall’ambiente esterno.
Questo non vuol dire che le regole debbano essere troppo rigide o che si trasformino in una gabbia, ma devono risultare efficaci e sane; vediamo come.
- Convinzione: è importante che i genitori siano convinti dell’importanza delle regole stesse e che per primi le mettano in pratica. Quando si impartisce una regola al proprio bambino, si devono motivare con pacatezza le ragioni per cui ci si aspetti un determinato comportamento. La mamma e il papà devono essere chiari, determinati e continuativi nel tempo, perché nessun bambino apprende le regole, se vengono trasmesse in modo ambiguo. Il bambino deve essere convinto della validità delle regole che i genitori gli chiedono di mettere in pratica, ogni incongruenza con quanto stabilito sarà deleteria e comporterà il mancato rispetto della regola.
- Coerenza: i genitori devono evitare la messa in atto di comportamenti incoerenti e contraddittori rispetto alle regole che cercano di insegnare ai propri figli; non possono pretendere un comportamento dai figli e agire in modo contrario. Bisogna sempre ricordare che i genitori sono dei modelli educativi per i bambini, i quali imparano per imitazione.
- Condivisione: è di fondamentale importanza che la coppia genitoriale condivida il sistema di regole da far rispettare e i relativi comportamenti; c’è il rischio che se almeno uno dei due genitori non sia d’accordo su una regola, passi questo messaggio al proprio figlio e la si invalidi.
- Il rispetto dei ruoli: il genitore rappresenta un importante punto di riferimento; di conseguenza i figli non vanno trattati come pari, amici o confidenti, perché si finirà col renderli spaesati, senza un porto sicuro in cui approdare. L’autorità genitoriale equilibrata ed efficace si basa anche sulla differenza dei ruoli familiari che devono risultare sempre ben definiti.
- Evitare ramanzine e moralismi: la trasmissione delle regole deve essere chiara e breve. Il bambino deve abituarsi all’idea che ogni sua trasgressione avrà delle conseguenze. Ad esempio: l’espressione “te l’ho già detto venti volte” non dovrebbe mai verificarsi, oltre a risultare inefficace; questo perché i bambini tenderanno a pensare che “tanto me l’ha già detto venti volte e non succede nulla, continuerà solo a ripetermelo”. Il risultato è quello di non venire mai ascoltati.
- Evitare di urlare, punire, essere nervosi: questi sono comportamenti inefficaci e controproducenti. È bene cercare di essere sereni quando si presentano le regole ai propri figli e mostrare soddisfazione e compiacimento quando compiono dei progressi. In questo modo si trasmette fiducia e propensione alla crescita.
Ovviamente capita molte volte che i bambini trasgrediscano le regole; nella maggior parte di queste occasioni essi mettono in atto un comportamento provocatorio e una richiesta di attenzioni.
Quando ciò avviene, occorre intervenire ascoltandoli, non rimproverarli ed evitare le colpevolizzazioni.
Se è presente una forte difficoltà a far rispettare le regole, bisogna colloquiare con i propri figli in un clima possibilmente sereno per riflettere su cosa sta succedendo, sul perché sta succedendo e su cosa non sta funzionando nella dinamica familiare.
Se la dinamica persiste, è sempre consigliabile rivolgersi a uno specialista.
Giulia D’Ascanio, psicologa clinica