Avezzano. Nell’ambito della rassegne “Le domeniche da favola”, al teatro dei Marsi arriva “Picablo”, nuovo spettacolo edito dal Teatro dei Colori.
Honor Award John Dorman 2011 per artisti stranieri assegnato dalla sezione polacca di ASSITEJ – International Association of Theatre for Children and Young People. Grand Prix XIX International Puppet Theatres ‘Festival Meetings 2012’ città di Torun (Polonia). Ideazione Michele Sambin – scrittura Pierangela Allegro, con Flavia Bussolotto, Alessandro Martinello, composizione ed esecuzione musiche Michele Sambin- postproduzione suoni Kole Laca, Luca Scapellato, Davide Sambin- video animazione Raffaella Rivi- costumi e foto Claudia Fabris, sistemi interattivi Alessandro Martinello, Luca Scapellato- regia, scene, immagini Michele Sambin con il contributo del Comune di Padova, Assessorato alla Cultura.
A quattro anni dipingevo come Raffaello mi ci è voluta una vita intera per imparare a disegnare come un bambino (Pablo Picasso) Pablo Diego Josè Francisco Juan Maria Cipriano Clito Patricio sono solo alcuni dei tanti nomi di Picasso.
Li abbiamo considerati l’indizio di una personalità sfaccettata e multiforme della quale abbiamo ricercato i motivi ricorrenti e le invenzioni straordinarie, fino ad accorgerci che ci sarebbe piaciuto mettere in scena la sua pittura. Nella sterminata produzione di Picasso abbiamo individuato temi e puntato al ritmo proprio delle immagini, affidandoci alla vorace energia che le domina, alle improvvise illuminazioni che ne accendono il tessuto ricco e pulsante. Ne è nata una lettura delle opere fatta in presa diretta, con spontaneità, che ha risolto molte incertezze sul criterio di scelta da adottare.
E come il lavoro artistico di Picasso è per semplicità racchiuso in periodi (periodo rosa, periodo blu, cubismo…) così abbiamo racchiuso il nostro lavoro teatrale in episodi collegati tra loro da un breve “cartone animato”: la storia a lieto fine di un gatto predatore e di un uccello preda. I temi che Picablo individua e che interpreta sono: la giovinezza (ballerina con palla e arlecchino ),la leggerezza e l’ironia (colombe che scherzano con un buffo prestigiatore), l’amore (il pittore e le modelle) la lotta tra istinto e ragione (la corrida), dal buio alla luce (Guernica e la colomba della pace), la gioia (dipingere insieme un quadro di luce colorata).
Ed è nello studio del pittore che tutto ha inizio, è lì che i quadri prendono vita, vengono interpretati abitati e trasformati. Ed è nello studio che avvengono scoperte e rivelazioni che ci portano fuori in spazi aperti in compagnia di saltimbachi e tori, ballerine, colombe, arlecchini e toreri… All’inizio è un vecchio Picasso quello che dal suo studio ci guarda. Lentamente andrà indietro nel tempo fino a tornare bambino… Nello studio, sui cavalletti, sono posati i pannelli/quadro e c’è un gran da fare a spostarli più avanti o più indietro a destra o a sinistra per cogliere frammenti delle immagini proiettate, con movimenti lenti o con ritmica concitazione.
Sono i quadri che ispirano e guidano le azioni dei performer. Alcune di queste azioni hanno una forma semplice e breve, altre sono più articolate e sviluppano veri e propri racconti, ciò che le accomuna è la presenza costante di ritmo, una serie di danze lievi e giocose sia che in scena si accenni a una corrida, sia che si compongano i frammenti di Guernica. I due performer in scena assumono durante il lavoro diverse identità, raccontano per immagini, compongono e infine dipingono, sono i “manovratori” che generano visioni .