Avezzano. Non si placano le polemiche tra i medici di base e Simone Angelosante, sindaco di Ovindoli e Consigliere regionale che sabato, in occasione dell’adunanza dei sindaci al castello Orsini di Avezzano, ha invitato gli appartenenti alla sopra citata categoria ad assumere un atteggiamento più responsabile e a prestare un’attenzione maggiore al ruolo che sono chiamati a ricoprire.
“In Abruzzo abbiamo quindicimila medici di base e attualmente i contagiati da covid sono quattromila. Il che significa che, come minimo, per ogni contagiato ci sarebbero tre medici di base che possono aiutarli. Chiedo ai medici di base di fare i medici, di mettere le mani addosso ai malati e di controllare bene se c’è necessità o no di andare al pronto soccorso. Il mio è un appello, non è una denuncia. Quando ci ritroviamo con le ambulanze in fila di fronte al pronto soccorso, quando andiamo a vedere i casi, vuol dire che se qualcuno fosse stato visitato a monte, magari non sarebbe stato mandato al pronto soccorso. Se alla base i medici stabilissero chi deve andare al pronto soccorso e chi no, perché basterebbe una cura domiciliare, non graveremmo troppo sulla struttura sanitaria”, aveva dichiarato Angelosante.
Così Ilaria Vischetti, medico di base di Avezzano. “Illustrissimo collega, in riferimento al tuo intervento durante l’assemblea straordinaria dei sindaci della Marsica, permettimi di condividere con te qualche mia considerazione. Personalmente ho trovato estremamente sgradevole e fuori luogo le tue ammissioni circa l’inutilità della nostra categoria: non metto in dubbio che tra di noi possa esserci qualche “mela marcia”, ma da qui a gettare fango ed umiliazioni su tutti noi indistintamente, il passo è davvero più lungo della gamba. Non credo minimamente che tu possa avere un’idea di come si svolge la giornata di chi lavora durante la pandemia: i nostri studi sono aperti, vi si accede tramite appuntamento e dopo un adeguato triage telefonico”.
“Il telefono squilla in maniera continua e noi rispondiamo, richiamiamo tutti, condividiamo ansie, paure e preoccupazioni, gestiamo farmaci, impostiamo terapie nuove. All’incirca un paio di settimane fa, ho fatto una quarantena perché mi sono ammalata (non di Covid per fortuna), coincisa con quella di mio figlio a causa della positività della sua insegnante. Ho lavorato da casa senza sosta ed una mattina ho contato 70 telefonate alle quali ho risposto tra lo stupore e l’incredulità di un bambino, che con l’innocenza dei suoi 10 anni mi dice: “Oddio mamma, ma come fai?”. A questo punto, lecitamente, mi domando se il tuo Medico di Medicina Generale è a conoscenza dell’opinione che hai di lui/lei e mi chiedo cosa abbia pensato di te leggendo la veemenza e la pesantezza delle tue affermazioni”.
“Chissà se anche lui/lei avrà pensato che forse è meglio tacere piuttosto che dare adito a sciocche allusioni che somigliano ad un gossip davvero di basso livello, chissà se si è sentito abbandonato/a dall’Azienda quando non ha avuto la quantità di vaccini necessaria a coprire le sue fasce a rischio. Sicuramente anche lui/lei avrà pensato che per eseguire i tamponi molecolari rapidi è necessario operare in totale sicurezza perché i nostri studi non possono né devono diventare dei driv-in; a proposito, illustre Collega, tu faresti i tamponi nello studio in cui eserciti oppure chiederesti di operare garantendo l’incolumità ad ognuno? Non ho un paziente in ospedale, sono tutti seguiti da me a domicilio, ho impostato personalmente le terapie. Le USCA sono poche rispetto alla popolazione e spesso e volentieri non riescono a coprire i reali bisogni dettati dall’impellente necessità. Sento le persone più volte durante l’arco della giornata, ho mandato ad alcuni dei saturimetri acquistati di tasca mia, segnalo alla famigerata piattaforma tutti gli eventuali tamponi di controllo ed i nuovi casi sospetti”.
“Il contact tracing si perde nel buio della burocrazia, il Pronto Soccorso è intasato non certo per colpa mia, ma per l’assenza di una cabina di regia che andava adeguatamente impostata e preparata per tempo, per la quale siamo stati additati pedanti nelle richieste. Fa orrore parcheggiare i pazienti giorni interi nelle ambulanze o nel gelo di una tenda, senza possibiltà di espletare in luoghi degni i propri bisogni fisiologici. Fa orrore morire non per Covid dentro una macchina invocando aiuto perché non esiste un percorso sporco ed uno pulito. Forse hai dimenticato che esistono anche i malati cronici?”
“Io no, noi no. Ed è per loro, come per tutti gli altri, che ci saremo sempre, fieri del nostro operato, orgogliosi del nostro Giuramento. Sappi che il nostro lavoro, quello dei veri medici, non si mescolerà mai al patetico gossip mediatico oppure alle manovre politiche, non scenderà mai a patti né a squallidi compromessi. Noi rispondiamo con i fatti e la stima e la riconoscenza della nostra gente vale più di una poltrona sulla quale stare comodamente seduti. Fiera di essere Medico di Medicina Generale,
con umiltà, dr.ssa Ilaria Vischetti”.