Avezzano. Pronti a sfilare sotto il portone di via Arenula per convincere il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, che ha emesso parere negativo sulla proroga perché non ci sarebbe copertura finanziaria, a non deludere le speranze della popolazione delle città di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, che rischiano di perdere i tribunali, baluardi in difesa della criminalità in avanzata.
Sindaci delle quattro città e presidenti degli ordini degli avvocati e delle Province dell’Aquila e Chieti, tornati a riunirsi a distanza -su input di Avezzano- edotti dalla senatrice Gabriella Di Girolamo, sull’ostacolo del Ministero, per il quale i parlamentari hanno chiesto di conoscere le motivazioni, hanno esortato i rappresentanti del popolo a far sentire forte la loro voce di fronte ai tecnici. Nonché a chiedere un incontro urgente al ministro Marta Cartabia, dove parlamentari abruzzesi, amministratori locali e presidenti degli ordini degli avvocati possano rappresentare le istanze dei territori.
Nel faccia a faccia a distanza il vice sindaco, Domenico Di Berardino, -con al fianco i consiglieri avvocati, Fabrizio Ridolfi e Gianluca Presutti, e il presidente dell’ordine degli avvocati, Franco Colucci, -ha ripercorso le tappe della battaglia e suggerito la richiesta di audizione alla Cartabia, mentre la senatrice Gabriella Di Girolamo ha annunciato il parere del ministero, assicurando il prosieguo della lotta parlamentare per superare l’ostacolo. Sulla stessa lunghezza d’onda il senatore Nazario Pagano, intervenuto a margine della commissione che tornerà a riunirsi lunedì. Per superare l’ostacolo amministratori e avvocati, con in testa Di Berardino, i presidenti delle province di Chieti e L’Aquila, Mario Pupillo e Angelo Caruso, e il sindaco di Sulmona, Anna Maria Casini, oltre a ricordare l’impegno di Comuni e Regione a farsi carico delle spese, hanno spronato i parlamentari verso un’azione politica forte all’indirizzo del governo nelle votazioni che contano.
La battaglia per strappare la proroga (due anni) della chiusura dei presidi di giustizia di prossimità fissata per il 14 settembre 2.022, quindi, prosegue senza sosta, stavolta con il deciso sostegno degli arcivescovi Bruno Forte ed Emidio Cipollone e i vescovi Pietro Santoro e Michele Fusco che, dopo l’assist in sede locale, invieranno un accorato appello “alle Autorità preposte (quindi in primis alla ministra cattolica Cartabia) perché si soprassieda alla paventata chiusura e si cerchino soluzioni adeguate ai problemi riscontrati, ascoltando le urgenze della nostra gente, rappresentate anche da voci competenti del mondo della giustizia e dagli amministratori locali. A pagare le conseguenze di tale chiusura”, hanno sottolineato, “sarebbero i più deboli, le tante persone che hanno bisogno di ricorrere alla giustizia e che hanno ben pochi mezzi per farlo. Allontanare la prossimità del luogo di giudizio significherà per tanti rinunciare al ricorso ai Tribunali, inducendo la sfiducia nelle istituzioni e nell’attenzione che lo Stato dovrebbe avere soprattutto nei confronti di quanti hanno minori mezzi e possibilità”.
Per dare ancora più forza alla battaglia in difesa dei tribunali, già sfociata in quattro manifestazione in ogni città, oltre a chiedere udienza al ministro della Giustizia e ai presidenti delle due commissioni, gli amministratori locali e gli avvocati hanno in agenda una grande manifestazione unitaria nella capitale per il mese di settembre, dove gridare tutti uniti: “no alla chiusura dei tribunali abruzzesi, si alla riforma della geografia giudiziaria”.