Avezzano. L’ospedale di Avezzano non è più in grado di reggere l’enorme pressione, dettata dal sempre maggiore aumento di ricoveri, di questa emergenza sanitaria. Anche perché, non ci stancheremo mai di ribadirlo, non c’è solamente il coronavirus a destare preoccupazione. I numeri dei contagi continuano a crescere e il nosocomio del capoluogo marsicano è ormai in grandissima difficoltà. Solo un giorno fa il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, accompagnato dall’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, dal vice presidente della Regione, Emanuele Imprudente, dal manager della Asl1, Roberto Testa, e dal consigliere regionale Simone Angelosante ha incontrato il sindaco, Gianni Di Pangrazio e l’assessore alle politiche sanitarie Maria Teresa Colizza Colizza.
Ne è emerso un quadro a tratti profondamente contraddittorio tra la realtà dei fatti e le parole pronunciate delle istituzioni recatisi ad Avezzano. In più di un’occasione è sembrata una difesa d’ufficio, una vera e propria arrampicata sugli specchi tale da svelare le numerose lacune nella gestione preventiva di questa emergenza. La colpa, praticamente, non è di nessuno. O forse si, di chi ha preceduto questo governo regionale e del Governo centrale, quello guidato dal presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. Tana libera tutti, insomma.
Con buona pace della prevenzione che avrebbe dovuto farsi, della capacità di farsi trovare pronti nonostante tutti, perfino i più ottimisti dei pessimisti, avevano allertato che la seconda ondata ci sarebbe stata, e che sarebbe stata molto più forte della prima. Purtroppo ce ne siamo accorti. La provincia dell’Aquila è la più colpita da un mese e mezzo a questa parte e da ultima che era, in termini di contagi complessivi, adesso è la prima in regione per numero, appunto, di casi positivi. Qualcosa, è evidente, non ha funzionato.
Cosa le lascia l’incontro con il presidente Marsilio?
Le posso dire semplicemente un fatto concreto. Ieri sera, al pronto soccorso, erano presenti venti pazienti. Parte nell’Obi del pronto soccorso, parte dentro il pronto soccorso stesso, tutti in attesa di un posto letto. Al di là delle tante chiacchiere, parliamo della realtà. Parliamo dei medici del pronto soccorso che non sanno più che fare. C’è bisogno di posti letto e l’ospedale di Avezzano, oltre un certo limite non può accogliere solo covid perché ha grossi limiti strutturali che io ieri ho rappresentato. A ciò si aggiunga che molto personale medico è fuori perché contagiatosi proprio all’interno della struttura e il quadro della situazione è molto serio.
Cosa ha proposto al manager della Asl, Roberto Testa?
Ho proposto al direttore generale di attivare all’Aquila altri 45 posti che lui dichiara di avere. Manca solo il personale. Le assunzioni di questo si devono fare immediatamente e gli ulteriori posti letto all’Aquila devono essere aperti al più presto, perché quello di Avezzano non è un ospedale che può diventare totalmente covid, proprio per i limiti strutturali che ha.
In alternativa cosa si può fare?
Pescara può prendere 200 posti in un ospedale che però, non so perché, non prende mai i nostri pazienti o se lo fa, lo fa molto raramente. I posti non sono stati tutti attivati. Però c’è stato un grosso investimento economico. A Pescara vengono accettati pochi pazienti marsicani e comunque ne accoglie in generale di meno rispetto a quanti ne dovrebbe ospitare in virtù della concezione ab origine della struttura.
L’assessore Verì ha affermato che non è vero che c’è un ritardo nel processare i tamponi. Eppure a noi risulta l’esatto contrario…
I tempi sono lunghissimi e quotidianamente riceviamo moltissime lamentele di pazienti che aspettano la risposta anche da cinque o sei giorni (molto spesso anche di più, ndr). Non c’è stata la volontà di prendere una macchina in tempi normali. Adesso non si trovano più. Anche questo è un dato di fatto.
Il presidente Marsilio ha dichiarato che uno è stato acquistato un macchinario per processare i tamponi ma che adesso è fermo negli Stati Uniti…
Adesso si, ma a maggio? E durante l’estate? Lo avremmo trovato un apparecchio da utilizzare qui ad Avezzano. Il tempo c’era, non c’è stata la volontà di acquistarlo quando era possibile.
Chi avrebbe dovuto prendere tale decisione?
E’ una responsabilità del direttore generale della Asl. Sulla base di quali parametri ha scelto di non farlo? Non lo so, non so quali considerazioni lo abbiano spinto a non acquistare un macchinario di così fondamentale importanza.