Avezzano. Promette contratti e ingaggi con una squadra di calcio spagnola ad allenatori, preparatori atletici e assistenti sportivi, facendosi consegnare delle somme di denaro a titolo di cauzione per l’istruttoria delle pratiche.
Alla fine però nessuno dei contratti promessi si concretizza, i biglietti aerei e navali per raggiungere la Spagna risultano falsi e i documenti necessari per le pratiche risultano mai espletati. Con queste accuse è finito sotto processo un agente sportivo marsicano, T.E., 43 anni, residente ad Avezzano ma con origini pugliesi. Deve rispondere di truffa continuata nei confronti di professionisti del mondo dello sport, in particolare del calcio.
I FATTI. La vicenda risale alla stagione sportiva 2018-2019 quando un mister di una squadra calcistica di serie C, viene contattato dall’agente. Alla metà del mese di novembre riceve diverse telefonate dal marsicano che si dichiara un procuratore e agente sportivo.
Propone al mister di rassegnare le dimensioni dalla società calcistica, per intraprendere una importante esperienza professionale in Spagna, con lo Sporting Gijón, che a suo dire stava per esonerare l’allenatore della propria prima squadra.
In quella occasione il mister aveva rifiutato l’offerta dicendo di voler restare sulla sua panchina fino al termine della stagione sportiva. Qualche giorno più tardi, nonostante l’iniziale rifiuto, il procuratore sportivo ci riprova e richiama l’allenatore proponendogli un contratto da dicembre 2018 fino al 30 giugno 2021. Al mister viene anche inviata una email ufficiale in cui veniva ribadita l’offerta.
LA PROPOSTA. A dicembre del 2018 l’allenatore viene sollevato dall’incarico e il 43enne marsicano rincontra lo ricontatta riproponendo l’incarico nella squadra spagnola. A quel punto il mister cede e inizia a contattare dei potenziali membri dello staff pronti ad andare in Spagna.
Tra questi un preparatore atletico, un allenatore in seconda, un preparatore dei portieri e un allenatore supplente. All’allenatore e al preparatore atletico viene chiesto di versare una somma di mille euro come cauzione per il lavoro da svolgere e al fine di concludere la trattativa.
Il procuratore sportivo fa recapitare a entrambi un biglietto aereo che però alla fine si rivela falso e dopo diversi tentativi al check-in dell’aeroporto, i due sono costretti a desistere e a tornarsene a casa, convinti che c’era stato qualche problema con la compagnia aerea e con la prenotazione dei biglietti. L’agente sportivo infatti spiega così il disguido ai due, assicurando che la partenza era stata solo posticipata.
IL VIAGGIO. L’allenatore riesce ad allargare lo staff e insieme ad altri tre componenti del gruppo si prepara a intraprendere di nuovo un viaggio verso la Spagna, stavolta però con la nave, imbarcando anche la sua auto. Il mister si fa mandare i biglietti per il viaggio per tutti i componenti dello staff oltre che per la propria macchina. I biglietti, tuttavia, risultano errati anche stavolta in più punti.
C’erano ad esempio indirizzi sbagliati (Avezzano invece che La Spezia), targa differente e orari non conformi. Uno dello staff riesce a individuare l’agenzia che aveva emesso i biglietti. Si trattava di un’agenzia di viaggi di Avezzano. Il titolare gli riferisce che il procuratore sportivo marsicano si era presentato in agenzia personalmente diverse volte modificando i dati e lasciando i biglietti non pagati, dicendo che sarebbe passato successivamente per saldare.
I SOLDI. Tutti quanti a un certo punto della vicenda avevano versato una cauzione di mille euro ciascuno, ma non era finita. La partenza viene nuovamente riprogrammata e con lo staff completo il procuratore sportivo chiede altri soldi necessari, a suo dire, per diverse pratiche. Vengono chieste altre somme di circa 250 euro che sarebbero servite per acquistare delle marche da bollo, poi altri 100 a testa per effettuare le liberatorie relative all’idoneità di lavoratori in Spagna, poi altre 104 per l’apertura dei conti correnti. E così via.
A un certo punto l’allenatore e i suoi collaboratori non credono più all’errore, fino a quando non presentano una denuncia alle autorità. Il procuratore sportivo marsicano, difeso dagli avvocati Luca e Pasquale Motta, finisce sotto indagine, viene rinviato a giudizio e finisce sotto processo davanti al Tribunale di Avezzano con l’accusa di truffa continuata.