Avezzano. “Dopo un viaggio infernale ed aver temuto per giorni di non farcela a lasciare la loro terra dove è tornato il regime talebano, i profughi afghani adulti dormono e si riposano per recuperare tranquillità e serenità per poi ricominciare una nuova vita in un paese di cui conoscono ed apprezzano cultura ed abitudini. I bambini invece giocano e si divertono. Insomma, il clima con il passare delle ore è sempre più sereno”.
È uno di coloro che è in prima linea, il direttore dell’agenzia regionale abruzzese di Protezione civile, Mauro Casinghini, a raccontare all’Ansa la giornata tipo dei profughi fuggiti dall’inferno afghano ospitati nell’hub di prima accoglienza e di smistamento nell’interporto di Avezzano (L’Aquila).
Nel campo base gestito dalla Croce Rossa Italiana e dalla stessa Protezione civile, oggi ci sono oltre 1.200 persone e come sottolinea Casinghini, gli arrivi “per ora sono finiti anche in ragione delle grandissime difficoltà degli imbarchi all’aeroporto di Kabul e alla scadenza temporale per lasciare il paese del 31 agosto”.
Secondo il programma, l’hub chiuderà entro il 2 settembre prossimo: la permanenza nell’hub è di 48 ore, cinque giorni negli alberghi a completamento dei sette giorni di quarantena.
Le persone arrivano all’aeroporto di Fiumicino “dove dopo giorni di terrore vengono accolti nel terminal cinque e dove vengono tamponati e ricevono una prima assistenza – spiega ancora Casighini -. In quel momento, cominciata la quarantena di sette giorni, vengono inviati ad Avezzano dove vengono visitati, assistiti, accuditi e messi in lista per il vaccino, con l’ausilio di medici e mediatori e naturalmente di Pc, Cri e personale del commissario per la emergenza. Nelle 48 ore nelle tende, prevalentemente si rilassano per recuperare le forze dopo giorni terribili”.