Avezzano. “Mai avuto pressioni dall’allora assessore Daniela Stati”. E’ quanto affermato dall’ex governatore della Regione, il consigliere Gianni Chiodi comparso ieri come teste davanti al tribunale di Avezzano chiamato a deporre dell’accusa nel processo Stati, un processo che si avvicina alla prescrizione.
L’udienza di ieri mattina si è svolta davanti al collegio presieduto dal giudice Daria Lombardi e Chiodi ha parlato della vicenda che portò all’arresto di Ezio Stati, all’interdizione della figlia Daniela, all’epoca assessore regionale alla Protezione civile, al fermo dell’ex marito Marco Buzzelli e degli ex dirigenti della Valle del Giovenco calcio, Vincenzo Angeloni e Sabatino Stornelli.
L’accusa sostiene che la Stati avrebbe cercato di far affidare i lavori della ricostruzione ad Abruzzo Engineering per favorire la Selecx, con la partecipazione del padre Ezio e di Buzzelli, per agevolare Angeloni e Stornelli, delegato di questa società, che faceva capo a Finmeccanica. La Stati avrebbe ottenuto in cambio un diamante, il padre un televisore 40 pollici e Buzzelli la nomina a consulente della Selex. La Stati, sempre secondo l’accusa, avrebbe fatto pressioni sul presidente Chiodi per far modificare le ordinanza del Governo, in particolare del presidente del Consiglio, l’allora Silvio Berlusconi.
Chiodi ha sostenuto, secondo i difensori Antonio Milo e Alfredo Iacone, “che le decisioni venivano prese autonomamente, compresa la modifica per l’affidamento ad Abruzzo Engineering aggiungendo che le pressioni arrivavano piuttosto dall’allora sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, e dall’allora presidente della provincia Stefania Pezzopane per questioni politico-sindacali in modo da salvare i posti di lavoro a rischio. Mentre le decisioni”, continuano i legali, “venivano assunte, secondo Chiodi, insieme a Guido Bertolaso e Gianni Letta, e poi presentate a Berlusconi per la decisione finale”. Per quanto riguarda le accuse a Ezio Stati, Chiodi ha affermato di averlo sentito solo una volta per gli auguri delle feste di Natale. L’udienza è stata rinviata al 18 aprile. Tra i testimoni sono previsti anche Berlusconi, Bertolaso e Letta.