Avezzano. “Il giorno dopo io sarò ancora sul territorio”. È questo lo slogan che Giovanni D’Amico, vice presidente del Consiglio regionale ed ex sindaco di Morino, ha scelto per la sua campagna elettorale in vista delle primarie per la scelta dei candidati che andranno in Parlamento. Punta tutto sull’impegno per il territorio e sul suo radicamento in tutta la Provincia dell’Aquila, ma anche sulle politiche per le autonomie locali curate anche durante l’assessorato regionale con l’ex giunta Del Turco.
Come mai ha deciso di scendere in campo?
Ho deciso di candidarmi il giorno della direzione provinciale, ho avuto una forte sollecitazioni dal territorio e mi sono sentito di dover dare risposte a una base politica del Partito democratico che mi chiedeva questa candidatura. Io ragiono e lavoro per creare un’evoluzione nei gruppi dirigenti del Pd in Abruzzo.
Qual è il valore aggiunto che la sua candidatura potrà apportare al territorio?
Da assessore regionale alle autonomie locali ho lavorato molto per i territori e ho sviluppato una cognizione molto puntale della Provincia che credo di poter rappresentare da Castel di Sangro a Monte reale. Per questo so che potrò lavorare mettendo in primo piano le esigenze del territorio stesso.
Quali sono gli impegni più imminenti per la Marsica e per l’intera Provincia?
Pochi e concreti: vertenza Micron, ricostruzione per L’Aquila e sviluppo dei mercatini agricoli per rafforzare la filiera del Fucino. E poi una maggiore attenzione all’Alto Sangro che si trova in grave difficoltà.
Hanno definito le primarie del Pd un Porcellum nel Porcellum, secondo lei sono utili per abbattere il muro creato dall’antipolitica?
A mio avviso le primarie dovevano essere libere, Bersani ha scelto di farle senza paracaduti. Avrei chiamato tutto il corpo elettorale a scegliere e non solo gli elettori delle primarie.
Perché gli elettori della Provincia dell’Aquila dovrebbero votarla?
Perché il mio slogan elettorale è: il giorno dopo le elezioni sarò ancora qui sul territorio.