Avezzano. Spuntano nuovi particolari sulla vicenda che vede coinvolto, con un’accusa e un patteggiamento per violenza sessuale, l’ex parroco di Trasacco, don Duilio Testa, attualmente a Pescocanale. Il sacerdote, 40 anni fa, fu colpito da impotenza a causa dei contagi della malaria e delle situazioni climatiche estreme che fu costretto a vivere in Congo, dove era missionario. Nei suoi confronti, però, oggi pende attualmente una richiesta di risarcimento di 50mila euro nei confronti di una delle due donne marocchine vittime delle presunte avance da parte del sacerdote. Secondo la difesa, però, il parroco non avrebbe avuto la possibilità di difendersi da queste pesanti accuse. Infatti quando è iniziato il processo civile è stata presentata dall’avvocato Maurizio Colaiacovo una eccezione e per difetto di contraddittorio. In sostanza, le notifiche arrivavano alla parrocchia di San Cesidio di Trasacco, già lasciata da tempo dal parroco. Nel frattempo sono stati ascoltati dei testimoni e analizzati gli atti del procedimento penale in attesa dell’udienza di fine settembre. Intanto sulla vicenda emergono elementi di novità rilevanti per l’accertamento di quanto accaduto. Don Duilio Testa, 84 anni, originario di Castellafiume, ha patteggiato un anno e 40 giorni di reclusione per aver abusato di due ragazze, davanti al giudice del tribunale di Avezzano. I fatti sarebbero avvenuti nella casa canonica della basilica di Trasacco e secondo l’accusa, l’anziano sacerdote avrebbe abusato delle due giovani originarie del Marocco. L’ex missionario, però, nel 1974 si ammalò a causa della malaria e per le condizioni estreme in cui fu costretto a vivere nel lungo periodo di evangelizzazione in Africa. Don Duilio ha infatti trascorso 33 anni in Congo come missionario, in situazioni di povertà e difficoltà anche dal punto di vista climatico. Tutto ciò gli provocò impotenza. Dopo il rientro in Italia, proprio a causa delle precarie condizioni fisiche che impedivano un ulteriore periodo di attività missionaria in Africa, il sacerdote fu trasferito, nel 2004, a Trasacco dall’allora vescovo Lucio Renna, da Castellafiume, per sostituire padre Emilio, l’unico frate francescano rimasto nella Chiesa della Madonna del Perpetuo soccorso, al centro di una violenta protesta dei fedeli che occuparono il luogo sacro per diversi mesi. La parte civile è difesa dall’avvocato Cesidio Di Salvatore.