Avezzano. Il papa non le risponde, così chiede i soldi per il risarcimento alla Curia di Avezzano e alla diocesi dell’Aquila. A chiedere 50mila euro una ragazza straniera vittima secondo i giudici di molestie da parte dell’ex parroco di Trasacco, don Duilio Testa. Ad avanzare la richiesta è stato il legale Cesidio Di Salvatore, che assiste la giovane marocchina. La ragazza madre, contrariamente al processo penale in cui non si è costituita parte civile, ha chiesto un risarcimento danni soltanto contro il parroco don Duilio Testa. Dagli accertamenti patrimoniali eseguiti, però, è emerso che il parroco è nullatenente e quindi anche in caso di una sentenza di condanna favorevole non potrà ottenere nulla a titolo risarcitorio. La ragazza, tramite il suo avvocato, aveva anche inviato una lettera al pontefice, ma non c’è stata risposta. “Stando così le cose e considerato che non ha avuto alcun esito anche la supplica inviata al Papa”, afferma DI Salvatore, “non resta altra soluzione che coinvolgere le diocesi”. Secondo il legale, oltre a quella di don Duilio, ci sarebbe anche “la responsabilità del vescovo del Marsi Pietro Santoro e dell’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Petrocchi per i quali operava il sacerdote e in virtù della speciale relazione gerarchica tra il vescovo e i suoi sacerdoti”. La ragazza straniera chiede un risarcimento per danni morali e materiali di 50mila euro, oltre alle spese legali entro sette giorni. In caso contrario il difensore incaricato procederà nei confronti della diocesi. Nel processo, don Duilio, 84 anni, originario di Castellafiume, ha patteggiato un anno e 40 giorni di reclusione. Attualmente è parroco a Pescocanale. Secondo la difesa, il sacerdote, 40 anni fa, fu colpito da impotenza a causa dei contagi della malaria e delle situazioni climatiche estreme che fu costretto a vivere in Congo, dove era missionario. Sempre secondo la difesa, il parroco non avrebbe mai avuto la possibilità in sede penale di difendersi da queste pesanti accuse, prima a causa del patteggimanto per il quale aveva firmato una delega, e sia perché quando è iniziato il processo civile le notifiche arrivavano alla parrocchia di San Cesidio di Trasacco, già lasciata da tempo dal parroco. Al riguardo è stata presentata una eccezione per difetto di contraddittorio.