Avezzano. Sbloccate vincite per un milione di euro. Il caso della presunta truffa alla sala scommesse che nel 2016 si trovava a Cappelle dei Marsi si è concluso con un’assoluzione piena nei confronti dell’imputato. A distanza di oltre sei anni la vicenda si chiude con una sentenza che prevede, di conseguenza, anche la restituzione dei tagliandi di credito che erano stati sequestrati a una cinquantina di persone, quasi tutte marsicane.
Si tratta del processo a carico di Domenico Barbonetti, 64 anni, di Avezzano, che doveva rispondere dell’accusa di truffa davanti al tribunale marsicano. Secondo la tesi accusatoria, quale amministratore di fatto e di conseguenza gestore di fatto della sala scommesse, l’imputato tramite dei raggiri aveva indotto in errore la società concessionaria dell’Agenzia delle dogane e monopoli riguardo alle percentuali sugli incassi della sala scommesse, così da non fare risultare somme per circa 800mila euro nette. Barbonetti, sempre secondo l’accusa, aveva riprodotto fraudolentemente dei ticket vincenti di alcuni clienti giocatori così da fare risultare dei crediti in possesso degli scommettitori.
La vicenda giudiziaria risale al periodo compreso tra la fine del 2016 e gli inizi del 2017 quando la società concessionaria si era rivolta alla Guardia di finanza perché sosteneva ci fossero delle irregolarità riguardo alle vincite. Le fiamme gialle, coordinate dalla procura di Avezzano, avevano così sequestrato tutti i ticket delle vincite e bloccato tutti i pagamenti. Tra gli scommettitori che non erano riusciti a incassare vincite per un totale di quasi un milione di euro ci sono soprattutto professionisti avezzanesi.
L’accusa aveva chiesto un anno e sette mesi di reclusione, ma il giudice monocratico del tribunale di Avezzano, Giampiero Lattanzio, ha emesso la sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste nei confronti di Barbonetti. Il tribunale di Avezzano ha inoltre disposto il dissequestro dei ticket e la restituzione agli scommettitori. Infine ha condannato la società concessionaria al pagamento delle spese processuali per la somma di 18mila euro.
Il giudice ha inoltre disposto la trasmissione di tutti gli atti del processo alla procura della Repubblica di Avezzano affinché possa essere eseguita una valutazione riguardo alla posizione dell’amministratore della società concessionaria. Potrerbbe infatti configurarsi il reato di calunnia, procedibile d’ufficio. “Dopo sei anni di processo”, ha dichiarato esprimendo soddisfazione il legale di Barbonetti, l’avvocato Antonio Pascale, “finalmente è stata fatta giustizia, il mio assistito è stato assolto da ogni accusa e anche i giocatori di conseguenza saranno pagati e riceveranno le vincite loro spettanti”. Si chiude così una vicenda che in quegli anni aveva fatto molto rumore.