Avezzano. Possono tirare un sospiro di sollievo, per ora, i 24 ex amministratori del Cam, che si sono succeduti negli anni nella gestione e nelle funzioni di controllo, chiamati a rispondere dai legali del Consorzio di una presunta mala gestione.
Citati in giudizio i 30 Comuni soci dell’ente. Tutti erano finiti davanti al tribunale civile dell’Aquila per il recupero di una somma che si aggira attorno ai 19 milioni di euro. Ora però la Sezione specializzata in materia d’impresa del tribunale civile dell’Aquila (presidente Christian Corbi con a latere Giovanni Spagnoli e Jolanda Di Rosa Giudice) ha dichiara un difetto di giurisdizione e ha passato la patata bollente alla Corte dei Conti che sarà chiamata a pronunciarsi sulla questione. Tutto inizia da quella che era stata definita una “azione di responsabilità”.
Erano state notificate nell’estate del 2019 gli atti di citazione davanti al tribunale delle imprese nei confronti dei 24 ex amministratori del Cam degli ultimi 10 anni fino ad allora. Una operazione che arrivava in una fase calda per l’Ente che aveva accumulato in quel momento storico circa 100 milioni di euro di debiti. Tra i 24 nomi dei componenti di tutti gli organi amministrativi e di controllo che si sono succeduti negli ultimi anni sono il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, e l’attuale assessore regionale Mario Quaglieri, all’epoca sindaco di Trasacco.
Ci sono poi sindaci e altri amministratori, oltre a diversi tecnici, in particolare: Gianfranco Tedeschi, Ettore Scatena, Pasqualino Tarquini, Berardino Franchi, Pasqualino De Cristofano, Danilo Lucangeli, Lorenzo De Cesare, Andrea Ziruolo, Luca Ciarlini, Giuseppe Venturini, Lucia Falcetelli, Paola Attili, Armando Floris, Mariano Santomaggio, Fabio Coglitore, Antonio Lombardi, Antonio Paolo Pagliari, Ferdinando Boccia, Antonino Lusi, Bruno Ranati, Dario De Luca e Mario Mazzetti. Il consiglio di sorveglianza che aveva chiesto e ottenuto dall’assemblea dei soci di sostenere l’azione di responsabilità era composto da Alessandro Pierleoni, Felicia Mazzocchi e Tonino Mostacci, sotto la presidenza di Emanuela Morgante. Nel corso della prima udienza vennero chiamati in causa anche i 35 comuni soci, finiti sotto accusa a loro volta. Ad amministratori e Comuni veniva richiesto, a vario titolo, di rifondere alla società Cam la somma di complessivi 18 milioni 791mila euro.
Le accuse, arrivate dagli allora legali del Consorzio acquedottistico, parlavano di una presunta mala gestio. Secondo il Cam, infatti, l’attività svolta dai tecnici è stata indirizzata a «un’analisi volta a ricostruire una serie di fatti di mala gestio e il loro impatto sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Cam nelle annualità dal 2008 al 2017». Ora la palla passa alla Corte dei conti ma non si esclude la prescrizione di tutta la vicenda. Il collegio è composto dagli avvocati Vittoriano Frigioni, Domenicantonio Angeloni, Mario Flammini, Alessandro Marcangeli, Carlo Polce, Piergiorgio Mancinelli.