L’Aquila. “Uno schermo nero che ti oscura gli occhi e una linea blu: uno vuoto e uno spostamento d’aria. E ti rendi conto della tua totale impotenza”.
Racconta così all’Ansa, l’esperienza di un fulmine in montagna Davide Di Giosafatte, il presidente delle Guide Alpine d’Abruzzo, che anni fa proprio scendendo dalla cima del Gran Sasso fu gettato a terra senza gravi conseguenze dalla scarica.
“Quanto accaduto non è nuovo, succede, ma certo che in passato erano meno frequenti”, spiega la guida, uomo che ha conosciuto i 7 mila sull’Himalaya, “una volta le previsioni meteo inoltre erano meno attendibili, mentre ora sono più precise: io oggi per esempio lassù non ci sarei andato o almeno nelle ore cruciali mi sarei messo al riparo, a metà giornata dico. I temporali quando arrivano, arrivano… Se mi chiedete se i cambiamenti climatici possono influire, dico che li rendono più facili, li accentuano. Ma questo riguarda l’intero rapporto dell’uomo con la montagna ed è un discorso lungo e complicato. Che ci porterebbe a parlare degli incidenti in montagna, cosa che al momento non possiamo fare”…
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