Trasacco. “Voglio aiutare i miei ragazzi a pensare, ho chiesto aiuto a tante aziende che li stanno assumendo. La mia scuola è la mia vita”. Con queste parole piene di emozione, la dirigente scolastica Eugenia Carfora ha ricevuto il premio “Pietro Taricone”, assegnato ieri pomeriggio nella cerimonia di premiazione all’auditorium di Trasacco. Il premio, voluto fortemente dall’associazione “Pietro Taricone” – uno dei primi concorrenti del Grande Fratello, scomparso prematuramente 9 anni fa in un incidente – punta a dare lustro a quelle persone che, combattendo con coraggio e grinta contro le ingiustizie, dimostrano di avere le stesse caratteristiche che furono di Pietro: coraggio, cuore e cervello.
La vincitrice, preside dell’Istituto superiore “Morano” di Caivano, da anni è servizio della scuola e dei suoi studenti. Non si limita a organizzare le lezioni o a convocare i consigli di classe, ma va personalmente a cercare i ragazzi che preferiscono la strada alla scuola e li convince a tornare in classe, per poi contattare le aziende per farli assumere al termine del ciclo scolastico. La storia della preside Carfora ha conquistato non solo l’Italia ma anche la commissione e la giuria del premio Taricone. La commissione, composta dal presidente dell’associazione “Pietro Taricone” Gianluca Salvati, Alessandro Raschiatore, Fausto Ciofani e Maurizio Taricone (fratello di Pietro), ha infatti individuato tre finalisti e poi, insieme alla giuria – presieduta da Roberto Raschiatore, con la giornalista Eleonora Berardinetti e il fotografo Francesco Scipioni – ha nominato vincitrice la preside Carfora.
A tracciare la storia dei tre finalisti è stata la voce di Corrado Oddi. Oltre a Carfora, gli altri finalisti erano Luciana Esposito, giornalista e fondatrice di Napolitan.it, minacciata dalla camorra per il suo lavoro, e Gianfranco Franciosi, meccanico navale e primo infiltrato civile tra i trafficanti di droga.
Ecco la motivazione della giuria per la vittoria di Eugenia Carfora. “La sua è una storia di bellezza, coraggio, passione e altruismo, quell’altruismo che come la scuola è passaporto per il futuro. Il suo percorso professionale si è sviluppato parallelamente a un forte impegno civico, che l’ha portata a intervenire in modo costante e incisivo nel tessuto sociale del territorio in cui si trova a operare. Ed esponendosi sempre in prima persona, è stata capace con enorme coraggio di abbattere i muri dell’indifferenza e dell’omertà, permettendo ai suoi bambini di vivere le proprie infanzie in un ambiente sano. Riportando i piccoli in quelle aule che a volte sono costretti ad abbandonare in modo inconsapevole; allontanandoli da una realtà fatta di soprusi, pericoli e criminalità. E ha offerto loro la possibilità di vivere una vita normale e di crescere nella gioia e nella legalità”.