Collelongo. Un’area dedicata al campeggio, nel cuore del verde dei prati di Sant’Elia, a Collelongo, occupata da staccionate, con quad che la attraversano da un lato all’altro, con moto da cross, cucine allestite sotto gli alberi e soprattutto senza nessun controllo.
È quanto lamenta un turista, che ha inviato un’accorata lettera alla redazione di Marsicalive, che denuncia quanto vissuto nell’ultimo weekend nella vallata che si trova sotto a un rifugio molto noto, quello di Sant’Elia. Si tratta, tra l’altro, di un luogo frequentato dalla fauna selvatica più “pregiata” dell’Abruzzo, sono le aree di passaggio anche dell’orso bruno marsicano.
“Sono ritornato ieri a Roma dopo un weekend (sabato e domenica) in campeggio libero nella vallata sotto al rifugio Sant’Elia. Io e i miei amici abbiamo vissuto un’esperienza a dir poco surreale”.
“Quel posto”, continua il turista nella nota, “noi che siamo amanti della natura, lo abbiamo vissuto con lo stesso stress con cui si può vivere una giornata in mezzo al traffico di Roma. Motoseghe per tagliare rami ancora sugli alberi (legna da ardere), frullini, avvitatori, trivelle per montare paletti per la costruzione di vere e proprie staccionate (molte delle quali inchiodate direttamente sugli alberi) di confine tra una ” villetta” e l’altra. La vallata era, e penso che ancora sia, piena di tutto questo”.
“La quiete in quel posto non esiste”, insiste, “continuamnete violata da colpi di mazzette per piantare i pali, da quad, moto da cross, per non parlare dei fuochi altissimi alimentati da pellets industriali, proprio sotto le fronde degli alberi. Musica a tutto volume e maleducazione che l’eco fa rimbombare per tutta la vallata sono solo gli aspetti marginali a confronto di quello che piante e animali vivono in quel parco”.
“Spero che la mia denuncia possa aiutare voi”, conclude la lettera che ha il valore di una “denuncia”, “ma soprattutto quello splendido luogo a ritornare tale. Vorrei tornarci con i miei amici un giorno”.