Avezzano. Ormai non la vuole nessuno, ma la centrale PowerCrop continua a incombere minacciosa sulla Marsica. Quanto meno sino a giovedì 31 quando, nella sede regionale di via Passolanciano, a Pescara, presso la Direzione Servizio Politica Energetica, Qualità dell’Aria e SINA, è in calendario una Conferenza di servizi convocata per decidere sull’autorizzazione. Dalla lettura dello studio di Impatto Ambientale del progetto della Powercrop sono state riscontrate numerose criticità e problematiche tecnico-scientifiche che dovrebbero portare a un rigetto all’autorizzazione per un inceneritore che brucerebbe 275.000 tonnellate di legno e le cui emissioni potrebbero creare un grave danno ambientale, pesanti conseguenze negative sulla salute delle popolazioni del Fucino e dare un colpo mortale all’economia agricola e alle coltivazioni di prodotti ortofrutticoli di qualità. «Chiediamo – dichiara Legambiente– che vengano valutati attentamente tutti gli aspetti critici di un eventuale insediamento della centrale PowerCrop e sia dato parere negativo al progetto. Non va dimenticato infatti che contro il progetto si sono già espressi il Comune di Avezzano e quello di Luco dei Marsi (il cui territorio è limitrofo all’area del progetto), l’Adunanza dei Comuni Marsicani, le Associazioni di categoria dei coltivatori (che si sono dichiarate contrarie alla centrale già dal 2009, ritirando la firma dall’Accordo di Riconversione), i Comitati di cittadini residenti sul territorio e le Associazioni Ambientaliste. È un insediamento che non vuole nessuno, salvo i proponenti, ed è ora di smetterla di gestire il territorio ignorando le scelte e le attese di chi lo abita». Una delegazione di cittadini tra l’altro sarà presente il 31 davanti alla sede della Regione per testimoniare, durante la riunione della Conferenza di Servizi, la propria contrarietà all’impianto PowerCrop, che è, non dimentichiamolo, una industria insalubre di prima classe che mai e poi mai potrebbe essere collocata a poche decine di metri da abitazioni, com’è invece previsto. «Per tutte queste motivazioni – conclude Walter Delle Coste, presidente del WWF Abruzzo Montano – un impianto con un così grave impatto ambientale ed economico non può essere autorizzato, meno che mai contro la volontà di coloro che dovrebbero vivere al fianco di un simile “mostro” per tutto il resto della loro vita».