Avezzano. Il Consiglio regionale ha approvato due risoluzioni per ribadire la contrarietà dell’Assemblea all’insediamento Powercrop di Avezzano. Il secondo documento, sottoscritto dall’opposizione, compreso il gruppo di Forza Italia, impegna il governo regionale ad assumere ufficialmente una posizione di contrarietà nei confronti del progetto della centrale PowerCrop e, soprattutto, a ritirare qualsiasi adesione della Regione ad accordi o intese, nell’ambito dei piani di riconversione degli ex zuccherifici. “Per risolvere definitivamente la questione alla radice – spiega Mauro Febbo – il nodo principale riguarda l’accordo di programma siglato tra Ministero (Governo Prodi), Regione (Del Turco), Provincia (Pezzopane) e Comune di Celano, dal quale chiaramente bisogna uscire. Per questo la Regione dovrebbe revocare il suo assenso, come bene ha fatto la Provincia dell’Aquila con Del Corvo. Inoltre – rimarca Febbo – questa amministrazione regionale di centrosinistra deve smetterla di scaricare la responsabilità su altri, visto che nel marzo 2015, la Commissione Via presieduta dall’avvocato Gerardis e completamente rinnovata per ben 2 volte (e con 2 specifici verbali) ha dato parere favorevole al progetto. Mentre, la bocciatura tanto sbandierata dalla maggioranza riguarda esclusivamente la Conferenza dei servizi che ha dato parere negativo relativamente alla qualità dell’aria per una parte dell’insediamento che ricade in zona agricola; questione che ahimè potrebbe essere facilmente superata dal Commissario ad acta (Prefetto dell’Aquila su incarico del Governo Renzi)”. Il Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio ed il Presidente della Commissione Agricoltura, Lorenzo Berardinetti, hanno illustrato, nel corso di una conferenza stampa, la loro risoluzione, con la quale esprimono parere contrario alla realizzazione della centrale biomasse della Power Crop per la salvaguardia dei livelli occupazionali dell’ex zuccherificio di Celano. Ripercorrendo le tappe che hanno portato oggi al voto in Aula, Di Pangrazio ha rilevato che:”L’impianto proposto è incompatibile sotto il profilo socio economico con il territorio del Fucino. Infatti, a fronte dei vantaggi per l’azienda Power Crop, numerose sarebbero le ricadute negative economiche e sociali”. L’impianto, secondo il Presidente del Consiglio: “Potrebbe rappresentare un reale rischio per l’ambiente naturale e la sua realizzazione costituirebbe una palese incongruenza con le finalità e gli obiettivi del progetto denominato Appennino Parco d’Europa (A.P.E.)”. Per quanto riguarda, poi, la ricollocazione del personale prima impiegato nello stabilimento Sadam di Celano, per Di Pangrazio è necessario che D’Alfonso e la sua giunta si impegnino per la realizzazione di un centro di trasformazione orticola per concorrere alla valorizzazione delle carote e delle patate, quali prodotti tipici dell’area interessata. Per il Presidente della Commissione Agricoltura Lorenzo Berardinetti: “La riorganizzazione e la salvaguardia di fatto dei livelli occupazionali rappresentano il primo passo da intraprendere, in ragione della manifesta incompatibilità tra la centrale Power Crop e la forte vocazione agricola della Piana del Fucino, caratterizzata da una agricoltura ad alta specializzazione con oltre duemila imprese agricole presenti e circa diecimila lavoratori capaci di generare il 30% del PIL agricolo regionale”. Per Berardinetti, infine: “Non va tralasciata la necessità di rivedere i limiti dell’area contigua della Riserva Regionale del Monte Salviano, che verrebbe investita dalla presenza della centrale a biomasse della Power Crop”.