Avezzano. Powercrop bloccata dal Tar. Una sentenza che segna la fine della più grande centrale energetica mai progettata nella Marsica. Gli enti oppositori scampano a un probabile maxi risarcimento danni.
La sentenza è della prima sezione del Tribunale amministrativo regionale per l’Abruzzo che ha respinto il ricorso presentato da Powercrop srl ed Eridania-Sadam spa contro Regione, Comune di Avezzano e numerosi altri enti che avevano bloccato il procedimento di autorizzazione per la costruzione e l’esercizio di un impianto di produzione di energia a biomasse. “Una pronuncia importante”, ha dichiarato al Centro l’avvocato Herbert Simone, che difendeva il Comune di Avezzano, “una decisione che conferma la fondatezza delle opposizioni al progetto, che a quanto pare aveva un obiettivo speculativo”.
La storia di questa centrale inizia nel lontano 2007 era stato sottoscritto da Powercrop ed Eridiana Sadam, dalla Regione Abruzzo, dalla Provincia dell’Aquila, dal Comune di Celano e dalle organizzazioni sindacali, un progetto di riconversione della filiera agroenergetica e orticola. Un progetto di portata nazionale che avrebbe riconvertito anche l’ex zuccherificio, tra cui anche dei posti di lavoro. Tutto sembrava fatto. Era stato addirittura ottenuto il parere favorevole del Via e rilasciata la piena compatibilità ambientale.
Dopo anni di proteste e manifestazioni, con la nascita anche di comitati civici di opposizione alla centrale, nel 2016 arriva una decisione molto attesa dai movimenti civici. Un gruppo di lavoro creato ad hoc dopo diversi ricorsi al Tar, infatti, rilevava gravi inadempimenti da parte delle società Powercrop ed Eridiana, tali da giustificare la risoluzione dell’accordo.
Secondo la società, però, gli inadempimenti attribuiti erano inesistenti e comunque non erano di gravità tale da giustificare la risoluzione. Era stato quindi presentato un ricorso con richiesta cautelare. Successivamente, però, con il passare del tempo, anche le leggi sono cambiate. Già con l’entrata in vigore del decreto Calenda la redditività dell’operazione era stata intaccata. Così i ricorrenti, secondo quanto riportato dal Centro, “hanno deciso di andare direttamente sul merito.
Il Tar però ha respinto. Determinante nella decisione della Regione di rescindere l’accordo, ma anche nella decisione finale del tribunale, è stata l’esclusione dal progetto iniziale della centrale orticola. Questo è stato forse uno dei motivi più importanti per cui la regione ha recesso dall’accordo. Powercrop si è sempre difesa in udienza sostenendo che “quale alternativa al progetto orticolo originario era stata scelto “su proposta della Coldiretti, un impianto a biogas, che avrebbe dato agli agricoltori la possibilità di conferire all’impianto a biogas il mais prodotto in luogo della bietola”.
Se Powercrop ed Eridiana, avessero vinto il ricorso, per la Regione, ma forse anche per altri enti, avrebbero rischiato pesanti penali. Le aziende avrebbero potuto chiedere un risarcimento milionario per mancato guadagno e da ritardo. Questo anche alla luce dalla perdita degli incentivi. Oltre alla Regione e a numerosi altri enti e associazioni di categoria, si oppose anche il Comune, con l’allora assessore all’Ambiente Roberto Verdecchia. La sentenza di ieri, che arriva dopo anni di dibattiti sulla questione, ha confermato i timori sollevati dall’inizio dal territorio marsicano.