Avezzano. La riapertura dell’iter per realizzare la centrale a biomasse della Powercrop ha scatenato reazioni a catene e accuse al sindaco Gianni Di Pangrazio da parte del Comitato che lotta contro quel tipo di riconversione dello zuccherificio. La partecipazione del primo cittadino, insieme a rappresentanti della Powercrop, sindacati, Regione, Provincia e Comune di Celano, all’incontro convocato dal Prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci, commissario ad acta per la riconversione dello zuccherificio, non è di certo passata inosservata e ora rischia di sollevare contrasti anche all’interno della maggioranza guidata da Di Pangrazio. Dall’incontro infatti è emersa, secondo la Prefettura, “la volontà condivisa di confermare gli impegni assunti con l’accordo di riconversione produttiva sottoscritto il 19 settembre 2007”.
Le reazioni. Ora sulla questione è intervenuto anche l’assessore comunale al ramo, Roberto Verdecchia, che sostiene di essere all’oscuro di tutto e di aver appreso dell’incontro soltanto tre giorni dopo, ribadendo la secca contrarietà al progetto. “Nel prendere atto della conferenza dei servizi indetta dal Prefetto dell’Aquila nella sua qualità di commissario ad acta”, dichiara, “avendo più che condiviso una ferma opposizione all’insediamento industriale della Powercrop finalizzata alla realizzazione della centrale a 32 MW, stante anche i lapalissiani consigli comunali del 9 settembre 2008 e del 5 ottobre 2010, in cui il consiglio comunale di Avezzano all’unanimità provvedeva a bocciare l’insediamento produttivo così come richiesto, ove tutti e dico tutti erano e sono contrari, non modifico la mia contrarietà nei confronti della centrale a biomasse”.
Contrario al progetto anche il consigliere regionale Peppe Di Pangrazio, ex consigliere comunale che ha parlato di “ferma opposizione alla ripresa dell’iter per la realizzazione del progetto Powercrop. Ho chiesto immediatamente un incontro con l’assessore all’ambiente del Comune di Avezzano Roberto Verdecchia, con il quale ho condiviso le motivazioni di contrarietà alla costruzione della mega centrale da 32 MWe posizionata nel cuore del Fucino. E’ necessario chiarire immediatamente cosa sta accadendo di nuovo intorno ad un progetto bocciato dai sindacati, da associazioni di categoria, dalle amministrazioni comunali di Avezzano e Luco dei marsi e soprattutto da risoluzioni regionali presentate dal gruppo del partito democratico e approvate dal consiglio regionale”.
Immediata la replica di Verdecchia. “Visto che non si può barattare il posto di 28 lavoratori con la salute pubblica di circa 140mila abitanti oltre la circostanza che gli insediamenti agricoli nel Fucino saranno seriamente compromessi”, ha replicato, “troverà facile ingresso la richiesta del consigliere regionale Giuseppe Di Pangrazio, e ciò anche al fine di valutare quello che effettivamente le persone presenti, e non certo il sottoscritto, hanno inteso asserire nella conferenza di servizi, il tutto finalizzato al rispetto di quanto già statuito e deciso a suo tempo”.
Il Comitato No powercrop. Dura la reazione del comitato No PowerCrop. La portavoce Sefora Inzaghi accusa il sindaco DI Pangrazio di non mantenere le promesse.
“Rammento che esiste un ricorso al Tar contro la centrale firmato dall’allora sindaco Floris, impegno che Di Pangrazio prese con la città e che promise di portare avanti. Ricordo inoltre, quello che il sindaco stesso venne a dirci durante la sua campagna elettorale, un pomeriggio in cui assieme a tutto il suo seguito si presentò a Borgo incile per ribadire che il suo impegno contro la centrale a biomasse “non è come altri che hanno promesso “il no alla Powercrop”, ma che poi in realtà non lo hanno messo nero su bianco”. Quel prese l’impegno per una riqualificazione dell’area con più attenzione per l’ambiente. Sarebbe auspicabile rendere Borgo Incile attrattiva turistica culturale e ambientale – disse-, grazie anche alla valorizzazione del patrimonio culturale che costituiscono i Cunicoli di Claudio e l’Incile”. “Profonda delusione”, si legge nella lettera inviata al sindaco dal comitato, “suscitano in me le sue dichiarazioni e la sua “necessità di illustrare preventivamente alla popolazione e alle Associazioni ed ai Comitati spontaneamente sorti in occasione della progettata realizzazione della centrale, tutti gli aspetti attinenti le caratteristiche
tecniche del progetto e le competenze specifiche dei soggetti della sua corretta e legittima attuazione, in modo da fornire rassicurazioni alla popolazione medesima sulla non pericolosità
per l’ambiente e per la salute dei cittadini dell’impianto di cui si tratta”. Della serie”, continuano dal Comitato, “tutto è compiuto. Lo so signor sindaco, a lei non interessa nulla della delusione di una giovane cittadina, ci sono troppi interessi e troppi accordi, troppi privilegi che la politica deve mantenere, una politica che ancora una volta ha mostrato il suo lato peggiore, quello in cui ad andare avanti sono gli interessi di pochi, quel lato che ha portato la gente ad essere stanca. Si perché siamo stanchi, stanchi delle bugie e stanchi delle prepotenze che subiamo.
La riconversione va fatta è vero, ma a Celano, dove al posto dell’ ex zuccherificio sarebbe dovuto nascere un impianto per la lavorazione dei prodotti agricoli del Fucino, così come il documento di
riconversione prevede. Quello si che sarebbe un bell’investimento per il nostro territorio, quello si che farebbe lavorare i 70 dipendenti in cassa integrazione di Celano. Il Sindaco di Celano lotti per questo e per i suoi cittadini,dando risposte concrete e abbandoni l’idea di venire a colonizzare le nostre terre, non è questo il tempo dei coloni”.