Avezzano. Non è passata inosservata a qualche cittadino, che ha immortalato la scena postandola su Facebook, quello che accade in pieno centro, in una traversa di via XX Settembre. Nello scatto si vede un uomo che si infila nella fessura del cassonetto in cui vengono lasciati dai residenti indumenti usati che non servono più e che sono destinati ai poveri. L’uomo, di mezza età, parcheggia la sua bicicletta vicino al marciapiede, si arrampica sul cassonetto giallo, fa ruotare la chiusura dell’imboccatura e afferra dei vestiti per portarli via.
Nessuno sembra aver protestato per quanto stesse avvenendo, forse perché sulla raccolta degli indumenti usati in Italia sono sempre state gettate ombre sulle finalità. Secondo le organizzazioni “Humana People to People Italia” e “Occhio del Riciclone Onlus”, che hanno messo sotto la lente di ingrandimento tutti gli anelli della filiera in Italia, in molti casi finiscono anche per alimentare un traffico illecito dal quale la criminalità organizzata trae enormi profitti. Ben 110mila tonnellate di vestiti usati che vengono raccolte mediamente ogni anno finiscono, secondo le due associazioni, in un giro d’affari di circa 200 milioni di euro. Certo non è il caso di Avezzano, ma in questi casi non è mai chiaro se tali tipi di raccolta siano a “fini umanitari” oppure a “fini commerciali”. Certo è che il furto di abiti ad Avezzano, da qualunque angolazione la si guardi, rappresenta certamente un sena di miseria.