Tagliacozzo. Scarseggiano i posti all’asilo comunale, le classi sono troppo numerose e i genitori sono costretti a iscrivere i bambini in strutture private più costose. A denunciare la situazione è il consigliere di opposizione, Vincenzo Montelisciani, che con una interrogazione ha chiesto chiarimenti al sindaco Maurizio Di Marco Testa. “La struttura”, afferma il consigliere, “servendo bambini provenienti dai comuni di Tagliacozzo e Cappadocia, riesce a garantire il servizio a numerosi bambini, ma ciononostante ogni anno molti richiedenti non vengono ammessi a causa della carenza di posti. Le due strutture del territorio comunale (l’Istituto delle suore di Carità in via Giacomo Matteotti e quello delle Suore di Santa Teresina di Villa San Sebastiano), che svolgono un eccellente e indispensabile servizio per la collettività, richiedono una retta di iscrizione che può arrivare fino al doppio di quella richiesta dalla struttura pubblica”. Si tratta di un aspetto che riguarda in particolar modo soprattutto le famiglie a basso reddito e i cui genitori svolgono lavori precari e poco tutelati sul piano del diritto alla maternità, alla malattia, alle ferie o con orari poco flessibili. Da tempo, inoltre, diversi genitori lamentano l’inadeguatezza della struttura dove è ospitato l’asilo comunale con la presenza della scalinata all’ingresso, l’assenza di parcheggio esterno e marciapiede, assenza di porte antipanico, stanze piccole e affollate. Queste situazioni hanno spinto molti genitori a rivolgersi ad asili di località limitrofi. Un altro problema evidenziato è quello della natura confessionale di entrambe le strutture private operanti sul territorio comunale, che ovviamente non è di per sé un problema, ma che anzi chi scrive considera una risorsa e un’opportunità di arricchimento per il territorio. Secondo Montelisciani, però, “in certi casi, per famiglie di confessioni diversa da quella Cattolica o che comunque abbiano intenzione di fornire un’educazione laica al bambino, ma che, necessitando del servizio di una Scuola Materna per i propri figli, non abbiano avuto accesso alla struttura pubblica, può comportare una forzatura sul piano delle libere scelte educative che ciascun genitore deve essere libero di operare nel processo di crescita del bambino”. La richiesta è quella di istituire una classe distaccata da collocare in locali già dedicati all’istruzione primaria dei bambini, e di conoscere “quali siano le modalità e le tempistiche previste per portare a termine gli interventi di adeguamento e messa a norma delle stanze un tempo assegnate agli uffici del Giudice di Pace”. Un’altra proposta è quella di attivare uno “sgravio fiscale o al sostegno diretto per le famiglie a basso reddito che, non potendo usufruire per carenza di posti disponibili all’asilo comunale, vogliano rivolgersi ai servizi delle scuole materne private che si trovano nel territorio”.