Avezzano. Come sarà il manto della pista ciclabile? Colorato come quello delle piste di tutto il mondo. Ad annunciarlo è stato l’assessore all’Ambiente, Crescenzo Presutti, da sempre sostenitore del corridoio colorato dedicato alle due ruote. La pista ciclabile sarà adeguatamente segnalata e il tratto che attraversa via Marruvio sarà colorato.
Il manto stradale su cui passa la pista ciclabile sarà rifatto e/o colorato diversamente per dargli un aspetto più personale?
Si certo, ci sarà la segnaletica e quella di via Marruvio in particolare sarà colorata. La restante non credo, ma solo per ora. Intanto stiamo studiando un nuovo progetto per una ciclabile che colleghi le frazioni di Paterno e San Pelino con Avezzano.
Anche i marciapiedi che costeggiano la pista ciclabile saranno ristrutturati?
Il finanziamento è solo per la ciclabile. Abbiamo ottenuto dei fondi finalizzati solo a quello. Ma è certo che bisogna intervenire anche sui marciapiedi, probabilmente con fondi comunali. Di questo però si occupa un altro settore.
La pista ciclabile sta facendo molto parlare di se, cosa ne pensa?
Devo necessariamente fare una premessa. La mobilità è una questione di uguaglianza, di giustizia. La grande ineguaglianza nei paesi in via di sviluppo rende difficile vedere, per esempio, che in termini di trasporto, una città evoluta non è quella in cui anche i poveri usano le automobili, ma piuttosto quella
in cui anche i ricchi usano il trasporto pubblico o le biciclette. Prendiamo un esempio, ad Amsterdam, in Olanda, una percentuale superiore al 30 percento della popolazione usa biciclette, nonostante il fatto che l’Olanda abbia un reddito pro capite maggiore di quasi tutti i Paesi del Mondo, certamente più del nostro. Nessuno è più importante delle auto ad Avezzano. E questo è semplicemente intollerabile, perché è una prevaricazione verso i più deboli. Peraltro le auto sono inquinanti. L’automobile emana cattivo odore, odore di lamiere, di benzina e soprattutto gas di scarico.
E la vicinanza con una strada percorsa dai veicoli a motore è intollerabile oltre che per le orecchie, e per gli occhi, anche per il naso. L’auto inquina, la bicicletta no. La peggior forma di inquinamento è paradossalmente quella più invisibile, cioè quella dell’inquinamento visivo. Invisibile perché ormai siamo inesorabilmente avvolti dal brutto tanto dall’averlo interiorizzato. Strade e paesaggi di inestimabile valore storico e culturale sono “sfregiati” dall’alluminio anodizzato, soffocati dal parcheggio assurdo di auto e moto. Quante volte abbiamo ammirato una foto dell’Avezzano sparita e ci siamo meravigliati di vedere strade (che ancor oggi esistono) e di esclamare “quanto era bella?”. Spesso, rispetto a quelle immagini, poco o nulla è cambiato, salvo la crescita delle alberature, ma quello che non notiamo (e che rende più bella quella strada o quello scorcio) è l’assenza del mostro auto. Dovremo cominciare a vedere il saccheggio ottuso e prepotente del Bello da parte del Brutto. Invece, alcuni si ostinano a difendere il Brutto. Chissà perchè?
Gli avezzanesi si abitueranno all’uso delle due ruote?
Ho già osservato in alcuni miei precedenti interventi che ad Avezzano, c’è un conflitto in termini di spazio, per essere più precisi c’è un problema di democrazia degli spazi. C’è un conflitto per lo spazio tra coloro che hanno le macchine e coloro che non le hanno. C’è un conflitto tra coloro che vorrebbero avere isole pedonali e spazi riservati al silenzio e coloro che, troppo spesso per tutelare interessi particolari o per semplice “pigrizia” intellettuale, non intendono cedere spazi al silenzio, ai pedoni, ai ciclisti e ai bambini.
La realizzazione di una pista ciclabile o di un’area pedonale non può essere tacciata superficialmente come un atto di arroganza, piuttosto è vero il contrario. Si potrebbe dire che una città che non si preoccupa della sicurezza dei pedoni, dei bambini o dei ciclisti è una città in cui prevale l’arroganza. Non il contrario. Non può esservi vera uguaglianza della qualità della vita, specialmente per i bambini, se tutti i bambini non possono circolare in sicurezza su una pista ciclabile o non possono godere di spazi sicuri, liberi dal traffico e dallo smog. Tutti i bambini dovrebbero avere accesso, ovviamente, oltre che alla sanità e all’istruzione, anche agli spazi verdi, agli impianti sportivi,alle piscine, alle lezioni di musica e dovrebbero avere la possibilità di circolare liberamente in bicicletta ed in totale sicurezza.
Cosa si aspetta per il futuro sostenibile di questa città?
In ogni Costituzione democratica, ai primi articoli, troviamo la dichiarazione che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Questa non è semplicemente della poesia. È un principio molto forte. Per esempio, se questo è vero, un autobus con 80 passeggeri ha diritto a 80 volte più spazio stradale di una macchina con un solo passeggero. Siamo così abituati alle diseguaglianze che a volte le abbiamo davanti e non le vediamo. Meno di 100 anni fa, le donne non potevano votare, e sembrava normale, nello stesso modo in cui oggi sembra normale vedere un autobus nel traffico. Noi dobbiamo lottare contro le diseguaglianze e contro le cattive abitudini. Dobbiamo offrire maggiori spazi alle persone. Le città sono habitat umani, e noi umani siamo innanzitutto pedoni. Proprio come i pesci hanno bisogno di nuotare, gli uccelli di volare o i cavalli di correre, noi abbiamo bisogno di camminare. Non siamo nati con un’auto sotto il sedere. Ma ci siamo rassegnati all’idea che un’autovettura abbia maggiori diritti di un pedone o di un bambino o di un ciclista o di un disabile.
Tanto accanimento verbale (devo dire solo da parte di alcuni) non si giustifica e la polemica inizia ad essere stucchevole. Le stesse persone che si lamentano oggi, non hanno mai dedicato lo stesso tempo per sconfiggere più gravi diseguaglianze o per denunciare le difficoltà che incontra un disabile nell’attraversare le strade di questa città. Queste polemiche, credo di non essere il solo a pensarla così, hanno stancato, perchè oltre ad essere infondate, provengono da coloro i quali sono schierati con una fazione “politica” e sono avversi a qualunque iniziativa presa dalla nostra amministrazione. Ricorderete tutti le polemiche sugli alberi di piazza Torlonia. Tornando alla questione che ci occupa, non possiamo ignorare che esiste un conflitto davvero grande tra i pedoni, i ciclisti e i bambini, da un lato, e le automobili dall’altro. Le persone che camminano o vanno in bici non sono cittadini di terza classe e coloro che vanno in automobile non sono cittadini di prima classe. In questa città, nemmeno i piccoli studenti sono più importanti delle auto.