Avezzano. Comitato mobilità sostenibile irrompe nella diatriba sulla pista ciclabile: assurdo contestarla, va prima utilizzata e sfruttata. Il corridoio riservato alla biciclette è ormai da tempo al centro delle polemiche in città. Nei giorni scorsi il presidente pro tempore del comitato mobilità sostenibile, Giuseppe Pantaleo, ha spiegato come ci si dovrebbe comportare in merito a questa infrastruttura per la mobilità alternativa.
“Scorrendo i mezzi d’informazione negli ultimi giorni, abbiamo appreso che malumori interni all’amministrazione De Angelis metterebbero a rischio la politica delle piste ciclabili ad Avezzano”, ha spiegato Pantaleo, “abbiamo assistito negli ultimi mesi a critiche e iniziative strumentali riguardanti tale progetto; il ricorso al provveditorato interregionale alle opere pubbliche riguardante la sicurezza della pista ciclabile da parte di vari soggetti che si sono sempre opposti ideologicamente a essa, si è recentemente rivelato come prevedibile, un buco nell’acqua: quell’infrastruttura non sarà smantellata.
L’assurdo è stato raggiunto nel contestare, da partiti politici e associazioni di categoria del commercio, le politiche nazionali e dell’Ue sulla mobilità dopo aver definito inutile, dannosa e pericolosa quel tipo d’infrastruttura, dopo i fondi disposti in favore della mobilità dolce e le numerose raccomandazioni in tal senso da parte di organismi nazionali e internazionali anche per diminuire l’inquinamento atmosferico. La pista ciclabile non è un oggetto sacro ed è perciò criticabile, prima e dopo la sua costruzione, però bisogna provarla, batterla sulla sua pietra di paragone, non su altre come succede nel capoluogo marsicano da almeno un decennio.
Negli ultimi trenta, quarant’anni sono state ricavate simili corsie nelle strade più trafficate delle città occidentali ma non su quelle con bassa densità abitativa, con scarsi attrattori o addirittura fuori dall’agglomerato urbano; tutto questo è stato messo in atto per far passare i cittadini dall’uso quotidiano dell’automobile privata ad altri meno inquinanti, come la bicicletta. Nel caso specifico degli ultimi mesi: corso della Libertà, via Marconi sono molto trafficate dalle automobili o ci passa giusto qualche viandante di notte? È anche bene ricordare che vi era un’altra logica dietro l’idea e i quattrini ricevuti dal Comune per realizzare la ciclabile nord, negli anni del sindaco Floris.
Tale situazione locale è dipesa dall’eclisse della mobilità ma non solo tra i temi in agenda delle Amministrazioni comunali negli ultimi trent’anni. Avezzano per dirne un’altra, è un agglomerato esteso eppure a differenza di paesi di 4-5mila abitanti, non ha mai pensato a una circonvallazione che devii il flusso della SR 5 a favore di chi deve semplicemente superarla; di peggio, fino al restyling di piazza Risorgimento via Corradini, una delle arterie cittadine costeggiava – senza che nessuno trovasse tutto ciò ridicolo – proprio il luogo principale della città.
È opportuno ragionare intorno a misure, soluzioni e politiche già sperimentate altrove considerando l’essere rimasti indietro sul terreno della mobilità; progettare su dati ricavati in loco con gli usuali strumenti dell’ingegneria del traffico più che affidarsi a inconcludenti e senza fine tavoli di confronto in cui troppi ancora sventolano la bandiera delle emozioni e del catastrofismo”.