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Piccone sfiduciato dai franchi tiratori, il sindaco: grave errore, così si fa male a Celano

Redazione Attualità di Redazione Attualità
31 Ottobre 2014
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Celano. Sfiduciato il sindaco Piccone. Dopo mesi di tira e molla alla fine i franchi tiratori Adelio Di Loreto e Cesidio Piperni del gruppo di Forza Italia e l’indipendente, consigliere di maggioranza, Domenicantonio Rosati. Il quarto dissidente, Carmine Torrelli, era assente. Uniti a Elio Morgante l’ex consigliere di maggioranza, e i rappresentanti della minoranza Antonello Di Stefano, Carlo Cantelmi, Aniceto Ciaccia, Calvino Cotturone, Nazareno Tiberi, Daniele Bombacino e Giuseppe Cleofe hanno decretato la fine dell’era Piccone. Il “tranello” consiglio comunale celanoera nell’aria da tempo. In molti avevano pensato che alla fine il sindaco avrebbe rimontato, ma non è stato così e il voto è stata la prova del 9. Al termine del consiglio l’ormai ex sindaco, l’onorevole Filippo Piccone, ha commentato: “E’ un peccato aver interrotto il percorso democratico, si sta facendo un grave errore, così si fa il male della città. Non capisco sinceramente le motivazioni di questa scelta”, ha aggiunto, “proprio a pochi mesi dalla fine della legislatura. Anche perché il commissario prefettizio potrà svolgere soltanto l’ordinaria amministrazione. Un vero danno per questa comunità”. Nei giorni scorsi lo stesso Piccone aveva provato a trattare con gli ex esponenti della sua minoranza ma senza alcun esito. Così dopo l’assenza della prima convocazione, fissata a ieri sera alle 21, c’è stata la seconda e questa volta è stata sicuramente più dura. Il sindaco, con accanto i suoi, è arrivato nell’aula del consiglio gremita di cittadini per l’occasione, ma ha trovato oltre ai banchi della minoranza anche quelli di parte della sua maggioranza vuoti. Una realtà che già si era palesata nei giorni scorsi ma che questa sera si è concretizzata con i numeri. Nell’aula del consiglio sono entrati tutti e pacatamente si sono disposti ai loro posti. Poi pian piano è iniziata l’assise e sono partiti gli interventi. Il momento della votazione è stato fatale e Piccone non ce l’ha fatta.
Quando un’amministrazione cade i primi a porsi degli interrogativi dovrebbero essere proprio i diretti interessati: sindaco e giunta. L’amministrazione Piccone, nata dopo un periodo di commissariamento, aveva l’obiettivo di far crescere la città grazie all’apporto di giovani professionisti. Qualcosa però è andato storto. Piccone è stato più volte accusato di non prendersi cura di Celano, visti anche gli impegni lavorativi e politici, e di tradire le aspettative dei cittadini. La restante parte della maggioranza, che doveva colmare le assenze del sindaco, non è stata in grado di operare a 360 gradi. E così sono iniziate le frizioni, le difficoltà, le tensioni. Piccone ha iniziato a perdere i pezzi e quelli che erano “amici” sono diventati alleati dei “nemici” e pian piano i banchi della minoranza si sono riempiti. Ma perché tutto questo? La “sfiducia” è verso Piccone o verso la sua amministrazione? In molti pensano che sia un’azione di rivalsa contro l’uomo politico tra i più influenti d’Abruzzo. In pochi, invece, ritengono che sia una scelta dettata da un’attenta valutazione politica.consiglio comunale Celano E ora cosa succederà? Verrà sicuramente nominato un commissario prefettizio in attesa della prossima tornata elettorale prevista per la primavera 2015. In quell’occasione, poi, si dovranno scoprire tutte le carte e si dovrà capire se gli schieramenti “anti – picconiani” palesatisi nel consiglio comunale della sfiducia verranno confermati o se per la nuova battaglia verranno rispolverate le vecchie alleanze buttandosi alle spalle sfiducia e quant’altro. Al quel punto si ci sarà un vincitore? Per ora non si sa. Quel che è certo, attualmente, è che non ci sono vincitori ma solo un grande perdente: Celano che sarà costretta a rimanere ferma in attesa del prossimo capitano. Il commissario ad acta sarà nominato dal Prefetto per approvare il bilancio. A quel punto il prefetto attiverà le procedure per lo scioglimento del consiglio comunale. (e.b.)

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