Pescara. Attraverso il programma di riordino territoriale, la Regione mira a rafforzare la capacità amministrativa dei piccoli Comuni in termini finanziari, organizzativi e gestionali per la realizzazione di una gestione più efficace ed efficiente delle funzioni/servizi comunali attraverso il supporto alla costituzione di forme di associazionismo comunale. “L’obiettivo specifico del processo di accompagnamento – ha sottolineato – l’assesore agli Enti Locali, Carlo Masci – è quello di rafforzare la governance locale per razionalizzare e ridurre i costi di gestione, aumentare la produttività e la soddisfazione dell’utenza attraverso l’individuazione di criteri utili per la costituzione delle forme associative, primariamente delle Unioni di Comuni, e la realizzazione di modelli organizzativo-gestionali per l’esercizio delle funzioni fondamentali in ciascuna delle aree geografiche ottimali che saranno definite dalla Regione Abruzzo con propria legge”. A tal fine, Masci, ricorda come “con il supporto di FORMEZ PA, si sono succeduti nei mesi da luglio a settembre 2012 seminari itineranti sui quattro capoluoghi di provincia, durante i quali sono stati spiegati, da tecnici specializzati, gli aspetti base del processo di associazionismo”. Nell’ambito di tale programma, mercoledì scorso, in Regione, a Pescara, è stata organizzata la seconda giornata-laboratorio rivolta a sindaci e segretari comunali. per l’occasione, sono stati illustrati ed approfonditi gli aspetti organizzativi e funzionali delle Unioni di Comuni, la fattibilità politica-tecnico-organizzativa di tale percorso per i Comuni demograficamente coinvolti. L’appuntamento ha rigurdato i Comuni della provincia di Pescara: quelli obbligati sono 34, da Corvara, comune più piccolo (288 abitanti) a Scafa (3900 abitanti), comune più grande. Tutti i Comuni sono stati più volte sollecitati non solo a partecipare ai seminari tecnici con comunicazioni istituzionali, attività di recall e di assistenza in back-office. Sono stati inoltre coinvolti anche Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti ma comunque interessati al processo associativo. Infatti, sono due le date chiave di questo percorso: la scadenza del 1 gennaio 2013 per l’associazione obbligatoria di tre funzioni fondamentali e quella del 1 gennaio 2014 per l’associazione di tutte le sei le funzioni fondamentali. Per quanto concerne la classe di ampiezza demografica dei comuni coinvolti nel riordino territoriale, si considerano tutti i comuni con popolazione fino ai 5.000 abitanti e con popolazione fino ai 3.000 abitanti se appartenuti o appartenenti a Comunità Montane. Invece, entro sei mesi della data di entrata in vigore del D.L. 95/2012, i Comuni interessati, con deliberazione del consiglio comunale, dovranno avanzare alla Regione una proposta di aggregazione per l’istituzione della rispettiva Unione. Entro il 31 dicembre 2013, la Regione deve provvedere a sancire l’istituzione delle Unioni del territorio. Rimane confermata, dal 2013, l’estensione del Patto di stabilità ai Comuni con popolazione compresa tra 1.000 e 5.000 abitanti. I Comuni che, invece, opteranno per l’Unione di cui all’ex art. 16 del D.L. 138/2011, saranno assoggettati al Patto a decorrere dal 2014.