Avezzano. Versano in una situazione di degrado, con erba alta, rifiuti e rovi che stanno invadendo tutta l’area. Si tratta della Collegiata di San Bartolomeo, i resti della chiesa distrutta dal terremoto, tanto cari agli avezzanesi soprattutto per quello che rappresentano. I residenti da tempo chiedono che la zona venga ripulita e trattata come un monumento e non come una discarica, ritrovo di ubriaconi e tossici.
A puntare il dito contro questa situazione è anche il Centro giuridico del cittadino che chiede l’intervento del commissario prefettizio Mauro Passerotti per ripulire e rendere più accogliente la zona.
“Non ho aggettivi per definire lo stato di abbandono in cui versa”, ha affermato Augusto Di Bastiano del centro giuridico, “la collegiata di San Bartolomeo era il principale edificio religioso di Avezzano, una chiesa che andò completamente distrutta a seguito del terremoto della Marsica il 13 gennaio 1915, un simbolo del passato per la nostra città.
Lo stato di abbandono sta però superando la decenza e sono offeso da come uno dei nostri più importanti monumenti sia custodito. Le chiedo di andare a visitare questo luogo e capirà”, protesta Di Bastiano, “ma le chiedo anche di sapere quale è il settore che deve occuparsene e il nome del responsabile comunale al quale devo rivolgermi in futuro”.
La piazza dove si trovano i resti della basilica buttata giù dal sisma è abbandonata all’incuria. Numerose erano state le segnalazioni dei residenti e diverse le inchieste del Centro sullo stato del sito sempre più degradato. In diverse occasioni, negli anni passati, il Comune ha dato mandato a dei dipendenti di ripulire la zona, soprattutto in vista delle commemorazioni più importanti e in particolar modo per quelle del 13 gennaio.
Ma poi la situazione è tornata sempre al punto di partenza. L’area, nonostante sia a due passi da via XX Settembre, è poco frequentata e soprattutto scarsamente illuminata. Per questo spesso viene frequentata da drogati e alcolisti che poi gettano siringhe e bottiglie in mezzo agli scavi incuranti del loro valore storico”. Ora non solo i residenti chiedono un intervento risolutivo, ma anche il Centro giuridico.