“I mercati agroalimentari a vendita diretta, oggi diffusamente conosciuti come farmer’s market, mercati contadini o mercati a km0, sono realtà culturali che accompagnano ovunque e da sempre le più diffuse pratiche dello scambio commerciale urbano”, ha commentato Ernesto Di Renzo, docente universitario e coordinatore di Marsicaland, “tanto nei quadri dei moderni sistemi monetari quanto in quelli delle arcaiche pratiche del baratto. Pertanto, appartengono al patrimonio condiviso cui tutte le comunità sono chiamate a esercitare la salvaguardia. Siano essi giornalieri, settimanali, rionali, plateatici, o altro, i mercati agroalimentari svolgono finalità fondamentali che coinvolgono il dominio dei rapporti interpersonali e la sfera delle relazioni pubbliche, costituendo gli spazi più ‘autentici’ del vissuto comunitario. Spazi che si oppongono concettualmente e fisicamente all’artificiosità dei non-luoghi rappresentati dalla grande distribuzione organizzata. Inoltre, per il loro portato di momentaneità e di effervescenza collettiva, gli stessi mercati hanno rappresentato ovunque uno spazio/tempo di evasione dall’ordinario e di intensificazione del sentimento ludico capace di suscitare quelle forme necessarie di relazionalità umana con le quali ogni comunità ha la possibilità di riconoscersi come soggetto unitario”.
Proprio per questo secondo Di Renzo, alla luce degli obiettivi prefissati da Marsicaland di concerto con l’amministrazione comunale e i soggetti sottoscrittori del protocollo d’intesa, vi è la priorità di “ripristinare il mercato agroalimentare di Avezzano”. Un luogo nevralgico e baricentrico del vissuto cittadino il cui allestimento quotidiano nell’omonima piazza ha rappresentato per decenni uno degli snodi più importanti della vitalità sociale, economica, e culturale dell’intera Marsica. Una vitalità la cui cessazione sconsiderata ha costituito uno dei principali fattori di decadimento e di opacizzazione delle pratiche aggregative a livello intra e intercomunitario. In quest’ottica, il ripristino dell’agroalimentare cittadino – il cui nome è in fase di studio – intende costituire uno strumento di rigenerazione economica, sociale e culturale di Avezzano, nonché un fattore cardine dell’attrattività turistica basata sull’offerta diretta dell’autenticità, della tipicità e dell’identità gastronomica dei luoghi. Inoltre, intende riattivare pratiche dirette della frequentazione e dello scambio sociale capaci di opporsi alle dilaganti derive virtuali assunte dalle odierne forme della relazionalità umana. Derive che, svuotando i luoghi urbani della presenza e dell’interazione diretta, hanno di fatto smaterializzato le fisicità dello stare insieme, rendendo le città, i quartieri e i paesi sempre meno dei luoghi del vissuto comunitario e sempre più degli spazi dell’agire impersonale”.
“I mercati agroalimentari a vendita diretta, oggi diffusamente conosciuti come farmer’s market, mercati contadini o mercati a km0, sono realtà culturali che accompagnano ovunque e da sempre le più diffuse pratiche dello scambio commerciale urbano”, ha commentato Ernesto Di Renzo, docente universitario e coordinatore di Marsicaland, “tanto nei quadri dei moderni sistemi monetari quanto in quelli delle arcaiche pratiche del baratto. Pertanto, appartengono al patrimonio condiviso cui tutte le comunità sono chiamate a esercitare la salvaguardia. Siano essi giornalieri, settimanali, rionali, plateatici, o altro, i mercati agroalimentari svolgono finalità fondamentali che coinvolgono il dominio dei rapporti interpersonali e la sfera delle relazioni pubbliche, costituendo gli spazi più ‘autentici’ del vissuto comunitario. Spazi che si oppongono concettualmente e fisicamente all’artificiosità dei non-luoghi rappresentati dalla grande distribuzione organizzata. Inoltre, per il loro portato di momentaneità e di effervescenza collettiva, gli stessi mercati hanno rappresentato ovunque uno spazio/tempo di evasione dall’ordinario e di intensificazione del sentimento ludico capace di suscitare quelle forme necessarie di relazionalità umana con le quali ogni comunità ha la possibilità di riconoscersi come soggetto unitario”.
Proprio per questo secondo Di Renzo, alla luce degli obiettivi prefissati da Marsicaland di concerto con l’amministrazione comunale e i soggetti sottoscrittori del protocollo d’intesa, vi è la priorità di “ripristinare il mercato agroalimentare di Avezzano”. Un luogo nevralgico e baricentrico del vissuto cittadino il cui allestimento quotidiano nell’omonima piazza ha rappresentato per decenni uno degli snodi più importanti della vitalità sociale, economica, e culturale dell’intera Marsica. Una vitalità la cui cessazione sconsiderata ha costituito uno dei principali fattori di decadimento e di opacizzazione delle pratiche aggregative a livello intra e intercomunitario. In quest’ottica, il ripristino dell’agroalimentare cittadino – il cui nome è in fase di studio – intende costituire uno strumento di rigenerazione economica, sociale e culturale di Avezzano, nonché un fattore cardine dell’attrattività turistica basata sull’offerta diretta dell’autenticità, della tipicità e dell’identità gastronomica dei luoghi. Inoltre, intende riattivare pratiche dirette della frequentazione e dello scambio sociale capaci di opporsi alle dilaganti derive virtuali assunte dalle odierne forme della relazionalità umana. Derive che, svuotando i luoghi urbani della presenza e dell’interazione diretta, hanno di fatto smaterializzato le fisicità dello stare insieme, rendendo le città, i quartieri e i paesi sempre meno dei luoghi del vissuto comunitario e sempre più degli spazi dell’agire impersonale”.