Tagliacozzo. Piano sanitario regionale e la sorte degli ospedali di Tagliacozzo e Pescina, l’ex presidente della Ulss di Avezzano Giovanni Marcangeli interviene sull’iter di approvazione della Regione.
“La presa d’atto da parte della Giunta Regionale del documento tecnico c.d. Piano di Reingegnerizzazione della governance sanitaria”, ha dichiarato Marcangeli, “rete ospedaliera, trasmesso dal Ministero della Salute con tutti i dovuti pareri tecnici ed amministrativi, imprime una positiva accelerazione nell’iter di approvazione da parte del Consiglio Regionale, del Piano sanitario regionale.
E’ compito dell’assemblea legislativa ora esaminare a fondo il Piano e di eseguire valutazioni che non possono e non debbono essere solo di carattere tecnico o amministrativo meramente tese al risparmio di spesa (che tanti danni ha fatto alla rete ospedaliera nazionale ed agli utenti del servizio sanitario). La Commissione consiliare ed il Consiglio dovranno compiere un esame a 360 gradi essenzialmente politico e finalizzato alla migliore distribuzione dell’assistenza ospedaliera e territoriale nella regione, tenendo conto delle realtà locali.
Ed allora, a titolo personale quale ex amministratore della sanità nella Marsica nel periodo pioneristico della prima attuazione della riforma sanitaria del 1981 e del completamento e dell’apertura dell’ospedale di Avezzano ( con interventi edilizi e di attrezzature moderne anche negli ospedali di Tagliacozzo e Pescina) desidero offrire un mio propositivo contributo:
Gli ospedali di Pescina e Tagliacozzo sono stati declassati di codice e potenzialità assistenziale, insieme a Guardiagrele, mentre sono stati “salvati” Casoli e Atessa.
Tale declassamento e, in particolare, la riduzione di potenzialità dei pronto soccorso, il depauperamento dei posti letto e di pregevoli unità operative in Tagliacozzo ( si pensi tra tutte l’UOC della riabilitazione cardiologica ridotta in previsione come semplice e non più complessa con ordinanza per ora annullata dalla ASL a seguito di ricorso al TAR del Comitato pro ospedale della Tabacco) è da scongiurare per non mortificare e sacrificare la Marsica occidentale in buona parte montana e nei mesi estivi molto popolata, quasi a rifiutarla come Abruzzo e spingerla verso il Lazio. L’appello, non solo mio ma di tutte le amministrazioni comunali del territorio in primis quella di Tagliacozzo, del Comitato presieduto da Rita Tabacco e di tutte le popolazioni, è quello di modificare la proposta di piano così come trasmessa da Roma evitando tagli e salvando l’attuale classificazione del presidio Umberto I e confermando il pronto socorso h24 i posti letto e le UOC riabilitative.
Ma sottopongo ai consiglieri regionali della Marsica, alla Giunta ed al consiglio regionale, una proposta subordinata che, allo stato potrebbe uscire una via di uscita e che è quella di stralciare e rinviare ogni decisione su Tagliacozzo e Pescina, fino a quando non sarà costruito e reso operativo il nuovo ospedale di Avezzano.
Sarebbe davvero problematico ed impraticabile riversare a breve su Avezzano, (il cui pronto soccorso e molti reparti non riescono a fronteggiare le emergenze e l’ordinario), tutta la richiesta di assistenza ospedaliera dell’intero territorio da Ortona ad Oricola e del migliaio di immigrati che lavorano nel Fucino.
La Marsica occidentale inoltre soffre per la deindustrializzazione del carsolano ed altre cause ed accusa decrescita e mancanza di prospettive. Lo schiacciamento ed il trasferimento ad Avezzano dell’assistenza ospedaliera potrebbe incidere negativamente sullo sviluppo sociale del territorio.
Sappia il Consiglio regionale valutare e decidere con lungimiranza. Il presidio di Avezzano allo stato attuale non riuscirebbe a fronteggiare la maggiorata richiesta di assistenza dalla Marsica occidentale e dalla Valle del Giovenco e quindi appare inevitabile stralciare temporaneamente ogni decisione su Tagliacozzo e Pescina salvaguardando lo status quo ed indicendo i concorsi per Dirigenti delle U.O. sospesi e rinviarla a dopo l’operatività del costruendo nuovo ospedale di Avezzano prossimo alla posa della prima pietra”.