Capistrello. Un paese assediato dai cinghiali, di giorno e di notte. A Pescocanale, frazione di Capistrello, non si vive più. I cinghiali, che prima si trovavano in montagna e di tanto in tanto scendevano a valle in cerca di cibo, ora girano anche di giorno tra le strade del paese terrorizzando i residenti. Ogni giorno fino a 15 cinghiali si aggirano per le strade del paese. Per questo i residenti hanno sollecitato l’amministrazione comunale, i carabinieri e la Provincia a intervenire per porre fine a questa situazione che si fa ogni giorno più pesante. Gli anziani hanno paura a uscire di casa per la solita passeggiata pomeridiana e le mamme non lasciano più i bambini giocare in piazza perchè temono l’arrivo dei cinghiali. Anche Felicia Mazzocchi, già consigliere provinciale, è intervenuta su questo problema.
“Ci risiamo con il problema degli abbattimenti dei cinghiali stavolta a causa della pendenza di giudizio presso il tribunale amministrativo che limiterebbe Il prezioso apporto degli Atc”, ha commentato, “la funzione di caccia e pesca, dalla Provincia è tornata da tempo nelle mani della Regione del governatore D’Alfonso, ma all’assessorato di Dino Pepe le idee sono sempre più confuse; non si osserva un preciso programma che dovrebbe essere dettato dalla contingenza annuale ripetuta di una situazione grave che non permette lassismo. Il selecontrollo con il ridottissimo personale della provincia restata con scarsi mezzi non può andare. Per contro gli ATC, ambiti territoriali di caccia, da sempre, come pure adesso , si rendono disponibili a fare gli abbattimenti con la consueta competenza dei propri cacciatori e nella primaria funzione di tutela del territorio. Insomma non c’è tempo da perdere, altrimenti i cinghiali continuano la loro azione distruttiva sui raccolti che poi sarà la stessa regione a dover risarcire e a suon di migliaia di euro che potrebbero essere evitate con una fattiva azione preventiva. In provincia ce ne siamo occupati costantemente invocando che la regione regolamentasse gli abbattimenti con maggiore prevenzione, ma sembra non essere mai priorità dell’agenda regionale visto che i provvedimenti vengono presi al momento e pure senza la dovuta sollecitudine. Nel ribadire che i danni li paga pantalone e che le scorribande dei cinghiali sui terreni coltivati continuano, è auspicabile che con urgenza la regione prenda posizione e si proceda agli abbattimenti.