Avezzano. Non c’è più una politica industriale nella Marsica. Nel 1994 questo territorio venne considerato il Nord del Sud.Ma in questi decenni non c’è stato alcun insediamento visto che non ci sono motivi che incentivano ciò. Ma ora nessuno fa nulla per tutelare il prezioso patrimonio occupazionale che c’è attualmente. La pensano così i sindacati, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil che in una conferenza congiunta hanno sfogato tutto il malumore accumulato in questi mesi a causa della situazione industriale del territorio.
Alfredo Fegatelli, Antonello Tangredi e Michele Paliani hanno lanciato un grido di allarme affinché ci sia un tavolo tecnico per mantenere quello che c’è, coinvolgendo la politica che appare assente.
Tangredi ha spiegato che “sono impiegati oltre duemila lavoratori, ma altrettanti hanno perso il lavoro”. “Siamo spaventati”, ha aggiunto Paliani, “perché abbiamo una riforma degli ammortizzatori sociali che prevede un esborso da parte delle aziende per attingere alla cassa integrazione e temiamo ci saranno fabbriche interessate più a licenziare che tenere i lavoratori in cassa integrazione”. Per Fegatelli “con la nuova cassa integrazione LFoundry sarebbe stata già chiusa e tante altre vertenze non si sarebbero concluse a lieto fine. Ora dobbiamo chiedere alla Regione un confronto affinché veda come intervenire, non solo nella Marsica, ma anche nell’aquilano dove ci sono stati solo annunci da parte di aziende intenzionate a investire all’Aquila, ma niente riscontri. Non possiamo solo lanciare l’allarme”, ha aggiunto, “ma dobbiamo lavorare su delle proposte, come stiamo facendo”.
Sarà chiesto quindi un incontro al vicepresidente della Regione Giovanni Lolli. All’incontro ha partecipato l’assessore al Lavoro Alessandra Cerone che ha dato la sua disponibilità a lavorare insieme per il rilancio dell’industria in questo territorio.