Col caldo, si sa, la voglia di aperitivo aumenta, e le bollicine si prendono la scena. Mi da un “prosecchino”? purtroppo il bevitore comune, nove volte su dieci, identifica l’aperito con il popolare spumante Veneto. Non a caso, il Prosecco, è il vino italiano più venduto al mondo, con tassi di crescita a doppia cifra che ne hanno decretato l’indubbio successo commerciale. Se è vero che la scuola veneta, in fatto di spumantizzazione, è la più importante d’Italia, è altresì vero che nessuno ci obbliga a consumare, sempre e solo, un…”prosecchino”.
In Abruzzo abbiamo la fortuna di avere dei vitigni autoctoni che si prestano assai bene alle pratiche di spumantizzazione. Sono in genere vitigni abbastanza neutri dal punto di vista aromatico e caratterizzati da una forte acidità, prerequisito irrinunciabile per chiunque voglia conseguire un risultato di qualità. Cococciola, Passerina e, infine, anche il più famoso Pecorino.
Gli spumanti a base di Pecorino, se ben lavorati, uniscono alla freschezza e alla briosità che ci si aspetta da un vino di questa tipologia, una pienezza di bocca che li rende molto gastronomici e versatili negli abbinamenti a tavola.
Un esempio è lo Spumante Brut Pecorino di Tenuta Tre Gemme, azienda nuova e di belle potenzialità che stiamo seguendo da qualche tempo. E’ una bottiglia che strizza l’occhio al mercato ma senza snaturarsi: ha profumi freschi ed invitanti, che ricordano gli agrumi, è un sapore equilibrato, piacevole, con un’effervescenza fine e delicata. Chiude con un minimo di dolcezza che, se può far alzare il sopracciglio ai “talebani” del brut duro e puro, farà invece felice tanti bevitori alla ricerca di spensieratezza e bevibilità.
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