Avezzano. La vicenda ha dell’incredibile. Nei giorni scorsi la docente Bussi Dina ha ricevuto una lettera dall’Inps che le chiede di restituire entro 20 giorni la somma di 20.825 euro, relativa agli emolumenti pensionistici percepiti dal primo settembre 2014 al 31 dicembre 2015 nelle more del giudizio che ha portato alla reintegra in servizio della docente. Il Giudice del lavoro Giuseppe Giordano aveva infatti disposto la reintegra della docente nell’Istituto Mazzini-Fermi di Avezzano a far data dal primo settembre 2014, dopo oltre un anno di pensionamento forzoso, in quanto provvedimento giudicato illegittimo per violazione del principio di non discriminazione. Il Giudice aveva rilevato che il collocamento a riposo d’ufficio della donna a 65 anziché a 66 anni e 7 mesi determina una “disparità di trattamento con i colleghi uomini che, a parità di requisiti di età e di contributi, hanno potuto fruire del nuovo regime previdenziale, disapplicando la legge Fornero. La docente era stata assistita dagli avvocati della Uil Scuola Salvatore Braghini e Renzo Lancia, i quali osservavano come il provvedimento del Giudice avesse aperto la strada a pronunce dello stesso segno di altri tribunali, riconoscendo l’effetto discriminativo della legge Fornero nonché il diritto delle dipendenti donne ad andare in pensione alla stessa età degli uomini. Ma oggi l’amara sorpresa. A causa della durata del procedimento giudiziale e dei tempi amministrativi la docente, infatti, prima di essere reintegrata sul posto di lavoro percepiva per ben 16 mesi la pensione ma non gli arretrati dello stipendio a copertura di tale periodo. Ora le viene intimato di restituire la pensione in unica soluzione, entro 20 giorni per totali 20.825 euro. L’insegnante commenta: “non ho tutti questi soldi, li ho impiegati per vivere, e ora, se l’Inps insiste nella richiesta, andrò a mangiare alla mensa della Caritas per sopravvivere”. Gli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia si sono subito mobilitati per denunciare al Miur e all’Inps l’assurdità della vicenda, precisando che la docente si restituirà i soldi della pensione ma soltanto dopo che avrà ricevuto dal Miur gli stipendi per 16 mensilità. “In caso contrario”, assicurano i legali, “la vicenda continuerà di certo in Tribunale”.