Il gas come fonte di alimentazione per gli impianti di riscaldamento ha già vinto la sua battaglia contro il gasolio e ormai sembrava avviato a sconfiggere anche la legna, ma la comparsa del pellet e delle biomasse hanno rimesso in gioco le sorti di buona parte del settore di produzione della termotecnica.
Nonostante la nostra scelta di aprire l’articolo mettendo l’accento sull’aspetto competitivo, però, la tematica relativa alla tipologia di alimentazione degli impianti di riscaldamento, soprattutto quelli domestici, è molto delicata e complessa e la posta non riguarda semplicemente i vantaggi economici e quelli per l’ambiente.
Tutte le attuali soluzioni di riscaldamento domestico sono altrettanto valide infatti; e per dimostrarlo citeremo i pro e i contro dei due tipi di impianti chiamati in causa, le caldaie a gas e le stufe a pellet, più una terza soluzione che, sulla carta, è ancor più conveniente: gli impianti termodinamici.
Le caldaie a gas
Quando si parla di caldaie a gas, ormai, si deve entrare nell’ottica che ci si riferisce quasi esclusivamente ai modelli a condensazione; quelle di tipo tradizionale infatti non sono più considerate a norma, fatte eccezioni per alcune deroghe in circostanze particolari, e a partire dal 2015 molte ditte specializzate nel settore hanno smesso del tutto di produrle.
La caldaia a condensazione offre i maggiori vantaggi a coloro che vivono nelle grandi città o nei paesi ad alta densità demografica: l’alimentazione a metano, infatti, risolve del tutto i problemi logistici legati ai rifornimenti di combustibile.
Gli svantaggi, invece, sono rappresentati dalle rigide normative che regolano l’installazione dell’impianto, soprattutto per quanto riguarda il sistema di scarico, che oltre ai fumi di combustione deve tenere conto dell’acqua di condensa.
Le stufe a pellet
Gli impianti di riscaldamento a pellet potrebbero sembrare quasi anacronistici rispetto alle moderne caldaie a condensazione, e di fatti per alcuni versi lo sono, ma ecco alcuni esempi che possono rendere meglio l’idea.
Le stufe a pellet sono l’evoluzione dei camini a legna, e possiedono anche lo stesso fascino; i vantaggi di questo tipo di impianto consistono nella loro facile adattabilità ai sistemi di tiraggio, visto che non richiedono una canna fumaria resistente alla corrosione, e nei costi del combustibile che sono addirittura inferiori rispetto a quelli del gas.
Le problematiche da affrontare con un impianto a pellet sono diverse invece, ma qui ci limiteremo a citare le più importanti: la logistica del combustibile e la manutenzione. Il pellet è confezionato in sacchi da 15 chilogrammi ognuno e di solito è venduto a bancali; bisogna quindi avere a disposizione uno spazio adeguato dove poter stoccare il combustibile, si ha poi l’incombenza di dover trasportare volta per volta la quantità da bruciare.
Per quanto riguarda la manutenzione, invece, a parte quella straordinaria dell’impianto bisogna mettere in conto gli interventi ordinari, come la pulizia del bruciatore e di altre componenti, che devono essere eseguiti almeno una volta o due a settimana.
I nuovi impianti termodinamici
Gli impianti solari termodinamici sono caratterizzati da un rendimento di gran lunga superiore rispetto a quelli termici, visto che l’elemento solare svolge soltanto un ruolo di supporto.
Dal punto di vista dell’efficienza energetica e dei consumi, gli impianti termodinamici sono superiori perfino alle stufe a pellet e alle caldaie a condensazione; per produrre acqua calda, infatti, sfruttano l’azione combinata della pompa di calore e dei pannelli solari, quindi possono funzionare sia di giorno sia di notte e in ogni stagione dell’anno. Il massimo rendimento, inoltre, si ottiene quando l’impianto termodinamico viene integrato a un impianto solare fotovoltaico, perché sarà quest’ultimo a fornire l’energia elettrica per alimentare la pompa di calore.
In questo caso l’unico svantaggio consiste nella spesa per l’acquisto e l’installazione, che è nettamente superiore rispetto a quella di un impianto di riscaldamento a caldaia. L’investimento iniziale, però, è viene ripagato in breve tempo visto che l’impianto termodinamico permette di tagliare in maniera drastica la bolletta della luce.
Conclusioni
Come avrete potuto facilmente intuire a questo punto, anche se determinati impianti sono più efficienti rispetto ad altri questa differenza si attua a livello puramente teorico. Per operare un bilancio reale dei costi e dei benefici di un determinato tipo di impianto, bisogna considerare non soltanto il costo del combustibile e le spese di acquisto e installazione, bisogna includere anche quelle relative alla successiva manutenzione, sia ordinaria sia straordinaria, nonché l’impegno “umano” che possono eventualmente richiedere, come nel caso della logistica del combustibile e nella pulizia settimanale delle stufe a pellet oppure del periodico cambio di bombole nelle caldaie alimentate a GPL.
Tutti questi fattori, a seconda delle circostanze, possono incidere più o meno a favore di un determinato tipo di impianto, indipendentemente dalla sua tipologia ed efficienza.