Avezzano. Il 2018 è stato un anno in cui le autostrade A24 e A25 sono state continuamente sulla scena. La miccia venne innescata da ulteriori aumenti al pedaggio che entrarono in vigore poco più di un anno fa. E dopo timide ed iniziali rimostranze di viaggiatori su questo tema prese forma gradualmente una protesta istituzionale che vide protagonisti alcuni sindaci di comuni laziali ed abruzzesi scendere in campo per far sentire la propria voce nel merito. Ci volle un pò per fare lo stato dell’arte di un iter burocratico ancora tutto da conoscere ed approfondire. I primi cittadini guidati dal Sindaco di Carsoli Velia Nazzarro, diedero così vita ad una task force di approfondimento burocratico, con rimostranze, richieste di accesso agli atti negate, ricorsi cumulativi per ottenere semplicemente ciò che era un atto pubblico e forse dovuto in ragione di una trasparenza chiarificatrice. Tanta e tale è stata l’attenzione sui pedaggi che alla fine, dopo il tragico crollo del Ponte Morandi di Genova, scaturì nel congelamento degli aumenti che venne decretato con decorrenza 1° ottobre 2018. Prima volta nella storia in cui una tariffa venne diminuita, ed i viaggiatori delle A24 e A25 tirarono un sospiro di sollievo. Ma risolta seppure temporaneamente la questione pedaggi, il Ponte Morandi di Genova ebbe ad originare tante e tali reazioni da parte di alcuni sindaci che improvvisamente vennero folgorati sulla Strada di Damasco, e la sicurezza dei propri amministrati diventò lo scopo di vita. E di qui, il calo del 7% dei viaggiatori intimoriti da paventati e repentini crolli dei viadotti laziali ed abruzzesi. La nostra battaglia stampa è stata sempre al fianco dei sindaci, e delle istituzioni in generale ed in tempo reale abbiamo fornito quel giusto assist che fece cassa di risonanza alle proteste sui pedaggi, ma restammo come organi di informazione un pò più cauti sul tema della sicurezza. La fine del 2018 ed inizio 2019 è stata caratterizzata sul rischio riaumenti con meccanismi tali che avrebbero potuto produrre un incremento di quasi il 20%, ma con metodologie diverse.Poi è arrivata quasi in silenzio e senza alcun rumore una proroga della proroga concordata tra Ministero e Strada dei Parchi di cui abbiamo dato notizia esclusiva. Le avvenute elezioni regionali hanno un pò spento le energie di taluni che probabilmente pensavano di acquisire consensi con il cavalcar dell’onda. Non è stato così. Il dado ormai è tratto. Ma vediamo quali sono state le valutazioni riassunte in seguito ai commenti e alle valutazioni di utenti che hanno interagito con il web nel merito di tutta la vicenda:
Semaforo verde per Strada dei Parchi che in tutto questo marasma, ha comunque dimostrato nei fatti la concreta voglia di venire incontro ai viaggiatori, attuando unilateralmente da ieri, la riduzione temporanea fino a febbraio 2019 nelle more di ulteriori definizioni.
Semaforo rosso per Anas, che nel tavolo tecnico solutivo ha alzato il tiro, incomprensibilmente come dichiarato da Sdp, e rischiando di far vanificare un accordo raggiunto tra Governo, Sdp e Anas stessa.
Semaforo verde per il Governo, che dopo iniziali resistenze al dialogo ha invece attuato nei giusti ed opportuni tavoli, tutte quelle misure per cogliere comunque l’obiettivo di ridurre le tariffe e concordando una ulteriore proroga fino a giugno 2019.
Semaforo rosso per esternazioni da procurato allarme, senza cognizioni di causa tecnica ed ingegneristica e dettate solo dallo scopo di ottenere dalla questione autostrade, quel piglio di popolarità che scarsamente era rivolto a taluni sindaci rappresentanti talvolta di poco conosciute e piccole comunità, la cui incidenza di chi viaggia in autostrada è veramente di percentuale minima.
Semaforo verde per i presidi organizzati dai Sindaci in varie modalità, per le riunioni operative svoltesti maggiormente a Carsoli, e per una azione comune istituzionale mirata a far sentire la voce dei cittadini, significative le fasce tricolori appese dagli stessi sindaci in reazione alla scarsa attenzione del Governo dei loro confronti.
Semaforo verde per la collaborazione a tutto campo tra gli stessi Sindaci e gli organi di stampa che nel 2018 sono stati uniti e coordinati per l’unico obiettivo da raggiungere una battaglia trasversale che poi è sfociata nella riduzione delle tariffe, grazie anche alla cassa di risonanza della stampa poi approdata anche in tv.
Semaforo rosso per le campagne social di fine anno che hanno tentato di “mettere da parte” la stampa prima tanto cara poi improvvisamente diventata anche un intralcio alle prerogative propagandistiche di taluni sindaci in odore di carriera politica.
Semaforo rosso per i manifesti funebri diffusi per scongiurare i rincari, nei quali si preannunciava il decesso dei territori laziali ed abruzzesi in caso di aumenti. Un modo poco sicuramente poco consono utile forse ad acquisire unilateramente la scena sui social media, ma non corrispondente ad una sobrietà e portamento istituzionale e anche perchè con i lutti c’è poco da scherzare.
In tutto questo anche noi abbiamo avuto la nostra parte nel lavorare spasmodicamente per informare su fatti e dietro verifica delle fonti, evitando la cronaca dei post su facebook e dimostrando di avere ragione sulla correttezza dell’informazione, nei tempi e nei metodi che sono garanzia per i lettori e visitatori. Ma la guerra dei meriti, che oggi aleggia dal primo del nuovo anno chi l’ha vinta? Sicuramente Strada dei Parchi.
Quanto a tutti coloro i quali a vario titolo e ruolo hanno contribuito a fare casino… varrà il merito per qualche sindaco autoreferenziale il fatto di essersi esposto ai rischi delle intemperie con temperature sottozero durante i presidi ai caselli?
E ce ne sarà ancora da dire e da fare per questo 2019 che si preannuncia sicuramente molto vivace.
E chi potrà fare faccia, chi no taccia!