Avezzano. Era morta per un aneurisma che non era stato visto perché la paziente sottoposta solo a radiografia. Sarebbe servita la tac secondo la parte civile. Erano indagati 56 tra medici e infermieri per omicidio colposo.
La morte della paziente fu provocata da un aneurisma dell’aorta addominale. Sul caso ora l’accusa, il giudice per l’udienza preliminare, ha disposto l’archiviazione. Anche il pubblico ministero di Avezzano, a seguito di una perizia, a maggio scorso aveva chiesto il proscioglimento.
I fatti risalgono al 2016 quando, secondo la ricostruzione degli inquirenti, la paziente arrivata al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano, venne sottoposta a un esame radiologico ma non fu riscontrato nulla di anomalo. La parte civile sostiene invece che i medici avrebbero dovuto effettuare una Tac con mezzo di contrasto che avrebbe permesso di visualizzare bene non solo gli organi interni del corpo umano, ma anche le arterie e le vene. La Procura della Repubblica, dopo le perizie, ha chiesto l’archiviazione perché non furono riscontrati errori prima e dopo il ricovero della paziente. La parte civile però si era opposta alla richiesta dei pm Andrea Padalino.
Le difese avevano chiesto il prosciolimento per tutti gli indagati. La 70enne, di Cassino, arrivò all’ospedale di Avezzano, dopo aver accusato dolori, per un accertamento diagnostico in radiologia. L’esame venne eseguito ma i medici di radiologia non riscontrarono l’aneurisma.
Secondo la ricostruzione dei fatti, la paziente dopo alcuni giorni si aggravò e morì tanto che venne presentata una circostanziata denuncia dei familiari alla Procura. L’allora pm Guido Cocco aprì un’inchiesta indagando medici e paramedici e nominò un perito per accertare la verità. La relazione del medico legale sostenne che non c’erano stati comportamenti omissivi da parte del personale sanitario e per questo il magistrato chiese l’archiviazione che fu impugnata.
Una nuova perizia da parte del pm Padalino ha confermato le conclusioni del primo perito e per questo è stato chiesto il proscioglimento per tutti gli indagati, di nuovo impugnato, ma l’opposizione è stata dichiarata inammissibile. Nell’udienza davanti al gup del Tribunale di Avezzano, Maria Proia, è stato quindi definitivamente disposto il non doversi procedere nei confronti dei 56 dipendenti dell’ospedale di Avezzano.
Secondo il giudice, in sostanza, “non sono rinvenibili profili di censura alla condotta del personale medico e paramedico”. Quindi, sempre secondo quanto emerso dalla sentenza, l’aneurisma dell’aorta addominale non poteva essere evitato o per lo meno se non è stato preso in tempo non è responsabilità dei medici e paramedici finiti sotto inchiesta. Nel collegio difensivo gli avvocati Antonio Milo, Franco Colucci, Giuliano Lazzari e Andrea Tinarelli.