Avezzano. Patteggia un anno e otto mesi per assenteismo dal lavoro alla Asl. Si chiude così la vicenda che ha interessato Paola Quaglieri, 46enne marsicana e dipendente alla Asl di Trasacco: la donna era finita nei guai per assenteismo dal lavoro.
La dipendente, secondo quanto emerso dall’indagine delle fiamme gialle di Avezzano, timbrava il cartellino per uscire dall’ufficio e andare in missione, ma invece tornava a casa, al ristorante di famiglia oppure a fare la spesa. La Procura di Avezzano, per tutti questi motivi, aveva chiesto un decreto di sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio per sei mesi. Provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avezzano Maria Proia.
Secondo l’accusa, “con lo scopo di assentarsi dal proprio ufficio senza destare sospetti per le prolungate assenze”, utilizzava un tipo di timbratura con cui attestava di “uscire dalla sede lavorativa per recarsi in missione e quindi svolgere servizio all’esterno della struttura aziendale”. In realtà, secondo le accuse mosse da Lara Seccacini, sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano, nonché titolare dell’inchiesta, “svolgeva attività prettamente personali”.
Dalle indagini della Finanza di Avezzano era emerso che nel recarsi in missione avrebbe avuto bisogno in ogni occasione di un consenso preventivo e di una presa d’atto successiva. Quindi di un’autorizzazione a effettuare la missione e poi di una firma di ratifica da parte del dirigente responsabile. Per la Procura, invece, la dipendente non aveva mai ottenuto quest’autorizzazione e questa ratifica nei casi in questione. Si parla di una cinquantina di episodi in quattro mesi.
Secondo il capo d’accusa, dal 19 marzo al 25 giugno 2018, avrebbe svolto 49 ore circa di lavoro su 394 circa dichiarate. Negli episodi contestati, l’accusata, uscendo dal distretto sanitario per le missioni, si recava spesso a casa, oppure a fare la spesa, o nel ristorante di famiglia ma anche, in un caso, dall’estetista, oppure al bar. I finanzieri, coordinati dal comandante Luigi Falce, per eseguire gli accertamenti, avevano installato una videocamera alla porta d’ingresso del distretto sanitario di base di Trasacco per rilevare l’ingresso e l’uscita della dipendente.
Il dispositivo del giudice per le indagini preliminari Daria Lombardi, prevede un patteggiamento alla pena di un anno e otto mesi, con la sospensione della pena. Si chiude così una vicenda che aveva fatto molto clamore nella Marsica e a Trasacco, dove la dipendente Asl è molto conosciuta. La donna era difesa dagli avvocati Franco Colucci e Mario Flammini.