Canistro. Non si vede una via d’uscita nella interminabile vicenda della sorgente Santa Croce. L’ultima trovata del patron dell’acqua minerale, Camillo Colella, dell’azienda che gestisce la risorsa idrica, riguarda una concessione per la vecchia sorgente del Fiuggino, chiusa oramai a Canistro dagli anni ’60. In antichità la sorgente era nota come fonte del Fiuggino o del Cotardo. Ebbene, Colella sarebbe in possesso della concessione. Anche se in realtà questa sorgente potrebbe essere solo virtuale e non più attiva. La questione potrebbe comunque avere rilevanza per quanto riguarda la captazione dalla sorgente Sponga. Proprio per fare luce su questo punto, dopo un accertamento dei carabinieri, arrivati nello stabilimento tre giorni fa, ieri è arrivata anche la Asl che ha stilato una relazione. Inoltre i carabinieri della compagnia di Tagliacozzo avrebbero eseguito un’acquisizione di atti in Comune su richiesta della procura di Avezzano al fine di ricostruire le vicende riguardanti queste concessioni che vanno avanti da decenni. Due giorni fa invece il Tar Abruzzo ha bloccato di nuovo il bando per la gestione. Il provvedimento è stato adottato in via cautelativa e si riferisce alla gara bandita dalla Regione Abruzzo per la concessione alla captazione dalla sorgente Sponga. I giudici amministrativi hanno ordinato all’Ente regionale di sospendere la valutazione delle domande che devono arrivare entro il 15 dicembre prossimo in attesa di pronunciarsi sulla sospensiva nell’udienza fissata il 21 dicembre prossimo. Al riguardo il direttore generale della Regione, Cristina Gerardis, ha sottolineato che “dal punto di vista operativo l’interruzione non riguarda la fase della presentazione delle offerte, per la quale è stato fissato il temine ultimo del 15 dicembre, ma solamente la fase successiva”. Con una nota congiunta, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, insieme alle rsu hanno lanciato un ultimatum annunciando che se entro venerdì l’imprenditore non pagherà le due mensilità arretrate si tornerà davanti ai cancelli per lo sciopero. Fatto sta che in questa confusa vicenda a pagare per una macchina burocratica e amministrativa che non funziona sembrano essere stati i lavoratori che si trovano davanti a un futuro incerto.