Avezzano. Quando a ottobre le forze politiche marsicane avevano avviato le consultazioni per la nuova gestione del Consorzio acquedottistico marsicano, tutto sembrava fatto e si parlava già di un accordo unitario per dare una svolta a un carrozzone come quello del Cam che per anni aveva dimostrato problemi a livello della struttura di gestione, dell’organizzazione tecnica e di quella politica, accumulando un debito compreso tra i 51 e i 54 milioni di euro. Dopodomani i partiti ci riprovano per l’ennesima volta, ma dietro ci sarebbero questioni che vanno al di là dell’interesse tecnico e dei cittadini.
Le riunioni tra Pd, Pdl, Comune di Avezzano e sindaci hanno invece fatto emergere con chiarezza che dietro quelle consultazioni c’erano ancora una volta interessi elettorali che andavano al di là dell’interesse concreto dei cittadini. Molti sindaci di entrambi gli schieramenti hanno storto il muso, ma alla fine le proteste sono rientrate, forse per ordini di scuderia. Alla fine il voto sul comitato di gestione e quello di garanzia composto da cinque membri (quattro rappresentanti dei sindaci e un revisore) è saltato per tre volte. Ogni scusa era buona per rinviare una decisione che sembrava già presa. Durante l’ultimo tentativo è saltato tutto addirittura con il pretesto di una modifica al bando per la nomina del direttore generale, che è stato prorogato di ulteriori dieci giorni. E’ stato addirittura chiedere il parere dei legali del Cam tanto questa manovra sembrasse anomala. In particolare le diatribe, più che tra i partiti ci sarebbero all’interno dei partiti. Dietro queste manovre in corso ci sarebbero accordi elettorali per le prossime candidature politiche e per quelle alla Regione. Nelle prossime ore si conosceranno i nome dei candidati al parlamento e si penserà già a quello che si dovrà fare per le Regionali. Insomma, le sorti di uno degli enti più importanti del territorio, visto che gestisce l’acqua nelle case dei cittadini, sarebbero affidate a intese sulle poltrone che andrebbero al di là della mera gestione tecnica e degli interessi della comunità.
Nelle scorse settimane ci sarebbero stati contatti tra il Pd e Di Pangrazio, che stanno cercando di far coincidere le proprie posizioni. Il tutto poi va messo sul tavolo di fronte al Pdl e alle sue esigenze. I sindaci sembra che per ora stiano a guardare, ma i primi malumori iniziano a spuntare. E’ il caso del Comune di San Benedetto dei Marsi e del sindaco Paolo Di Cesare. L’amministrazione, infatti, con una delibera chiede di rivalersi sul Cam a causa del maxi-debito da circa 51 milioni di euro accumulato negli anni. (p.g.)